Il riscaldamento pre - gara del portiere

Gino DE LUCA

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Premessa

Il riscaldamento pre - gara e’ un momento particolarmente importante, da non sottovalutare assolutamente ma da gestire in maniera attenta e minuziosa sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psicologico, non tralasciando nessun aspetto, dalla scelta più opportuna delle scarpe a quella del vestiario.

Infatti, la cura del guanto (che deve essere pulito e in condizioni ottimali), la decisione di indossare pantaloncini corti o pantaloni lunghi a seconda delle condizioni meteorologiche e del fondo del campo, e tante altre piccoli “grandi “ dettagli, devono permettere al portiere di scendere in campo fisicamente e direi soprattutto mentalmente sicuro e tranquillo, in modo che l’attenzione sia riversata esclusivamente sulla partita da disputare.

Deve poi seguire un adeguato programma di riscaldamento fisico in modo da portare l’atleta ad iniziare l’incontro calcistico nelle migliori condizioni.

Tale preparazione comincia circa 35-40 minuti prima della possibile chiamata all’appello dell’arbitro (appello che solitamente avviene una decina di minuti antecedenti l’incontro).

Gli indumenti da indossare non devono essere quelli di gara e quindi bisogna prevedere un cambio completo che ci permetta di entrare poi in campo asciutti e puliti.

 

La fase di riscaldamento vero e proprio prevede poi 7 fasi distinte:

1^ Fase - Messa in moto del fisico con i piedi (5-6 minuti)

In questa fase il portiere esegue con l’aiuto del preparatore o del suo secondo una serie di passaggi semplici di piede, calciando il pallone di prima, con due tocchi, al volo, a mezz’altezza, di collo, di piatto.

Il tutto va’ fatto in modo tranquillo, giusto per iniziare a prendere dimestichezza con il terreno di gioco e con il pallone.

2^ Fase - Vascolarizzazione e allungamento della muscolatura (7-8 minuti)

Fase molto importante in cui si inizia il vero e proprio riscaldamento del corpo.

In questa fase si alternano esercizi di presa del pallone restando fermi sul posto coadiuvati sempre da un compagno.

Si cerca di interessare tutte le fasce muscolari eseguendo le esercitazioni ad un buon ritmo.

Curare poi tra un esercizio ed un altro la fase di stretching che deve essere adeguatamente eseguita.

3^ Fase - Esercizi con la palla in porta (7-8 minuti)

Iniziare con esercitazioni per la presa facendo calciare il nostro aiuto sulla persona e concentrandosi sulla presa ottimale del pallone.

Passare poi a delle prese fatte solo con spostamenti laterali con palloni lanciati rasoterra, a mezz’altezza, rimbalzanti.

Analogamente passare a palloni lanciati nella stessa sequenza ma questa volta andando in tuffo.

Gli interventi devono essere svolti nella misura di 4-6 ma alla massima velocità, consentendo sempre un adeguato recupero.

Prevedere anche un’esercitazione per la reattività che può essere ad esempio eseguita ponendosi spalle al compagno in porta girandosi ad un suo cenno vocale e parando il pallone lanciato nella nostra direzione.

4^ Fase - Palle alte (7-8 minuti)

Il portiere si sistema in porta e va’ in uscita alta su cross del preparatore o del suo secondo eseguiti da varie direzioni.

5^ Fase - Tiri in porta (4-5 minuti)

Sempre in porta ma questa volta vengono effettuati una serie di tiri.

6^ Fase - Rinvii (3 minuti)

Il portiere effettua alcuni rinvii dal fondo, alcuni rinvii con palla in mano ed alcuni rilanci su passaggio indietro.

A questo punto termina la fase di riscaldamento e il portiere può tornare nello spogliatoio per iniziare la vestizione - gara.

Dopodichè ha inizio la 7^ ed ultima fase del nostro programma che riguarda la preparazione mentale.

7^ Fase - Preparazione mentale (3-4 minuti)

L’allenamento mentale è importante perché consente di correggere eventuali pensieri che possono influire sulla prestazione.

Il controllo della mente porta il portiere a trovarsi mentalmente pronto, sicuro di se stesso.

Il portiere deve eliminare agitazioni o paure in modo tale da concentrarsi solo ed esclusivamente sulla prestazione.

In questa fase quindi solo con se stesso, anticipa mentalmente i movimenti che potrebbe eseguire durante la partita secondo la loro successione, immaginando la parata finale.

Ogni dettaglio và immaginato e mentalmente ripassato: sistemare la barriera, ricercare la posizione, immaginare il tiro, effettuare una presa alta, ecc..

Tutto questo deve essere attivato nel minor tempo possibile, in modo tale da migliore i tempi di risposta, e immaginare il tutto porta il cervello in una condizione di allerta che lo rende più pronto nel memento in cui bisogna effettuare il gesto tecnico più appropriato alla situazione che si verrà a creare.

------n ogni sport di squadra l’allenamento situazionale riveste un’importanza fondamentale.

E questo è ancora più percentualmente alto in ruoli molto tecnici qual è il portiere di calcio. Il “vissuto” di questo atleta è necessario per poter completare tutto il lavoro tecnico comunemente definito “a secco”, dove per vissuto andiamo a definire tutte le situazioni di gara in cui è stato impegnato.

Gli schemi motori che divengono abilità dopo le ore di lavoro svolto in campo, saranno senz’altro molto più efficaci se in aiuto del portiere nelle occasioni in cui è chiamato in causa, verrà la memoria.

E grazie propria a questa memoria che il più delle volte l’atleta riesce a riconoscere inconsciamente una situazione e ad adattare quindi la risposta atletica o tattica più efficace. Ogni portiere si crea quindi un bagaglio di nozioni che lo portano alla soluzione più appropriata per affrontare la partita in ciò che lo vede coinvolto. Per questo molte volte si preferisce orientarsi nella scelta verso un atleta più esperto a scapito di uno più giovane e scattante.

 

L’esperienza è fondamentale e nel portiere che ha pochi margini di errore lo è ancora di più. Purtroppo però come per la personalità è vero che anche l’esperienza non si può trasmettere. Ogni portiere ha il suo “vissuto”, il suo archivio personale, proprio perché ogni portiere è diverso da un altro per qualità fisiche e nervose e quindi l’adattamento che fa al suo intervento è diverso da quello di un altro.

Ecco allora che con questi presupposti l’allenamento situazionale diventa fondamentale in un programma di allenamento ben strutturato. E noi tecnici, allenatori di portieri dobbiamo orientare le nostre esercitazioni nel ricreare le situazioni di gara aiutando il nostro allievo a costruirsi il più velocemente possibile il proprio archivio personale.

In tal modo il portiere sarà sicuramente più pronto nelle risposte che dovrà dare quando si troverà a fronteggiare le varie situazioni di gioco in cui è chiamato in causa. Le infinite ripetizioni cui sottoponiamo i nostri atleti hanno come scopo il raggiungimento della corretta esecuzione del gesto tecnico e la sua ottimizzazione accresce la velocità e la precisione d’intervento, ma è solo grazie all’allenamento situazionale che otteniamo il miglioramento vero.

E se è vero che il miglior situazionale è la partita, noi come preparatori dobbiamo adoperarci nel proporre lavori e sedute di allenamento che richiamino il più fedelmente possibile l’ambiente gara.

Tutto questo iniziando dal luogo stesso in cui andiamo a lavorare, un luogo che non può essere relegato ad angoli di campo, ma deve essere necessariamente svolto con i riferimenti reali in cui il portiere opera e cioè la porta, l’area di rigore il campo. Un altro fattore importante che deve essere rispettato quando si propongono allenamenti situazionali è la velocità di esecuzione dell’esercitazione proposta. In gara una palla respinte ad esempio è sempre causa di possibile altre azioni pericolose che si possono verificare.

 

Ecco come quindi sia necessario non limitarsi al puro e semplice intervento ma nel caso proposto esortare il nostro portiere a finire l’azione con la presa finale e la conseguente impostazione di azione di attacco con il lancio verso compagni liberi di impostare il gioco.

 

Proposte di esercitazione:

Proposta numero 1 Si dispongono delle sagome a simulare una difesa schierata a 4 fuori area. Un portiere in porta.

Il preparatore si pone davanti alla sagome con ai suoi lati i portieri non direttamente coinvolti nella esercitazione e si passa la palla con loro.

Ad un certo punto esegue un lancio tra le sagome invitando i portieri-collaboratori a eseguire il taglio verso il pallone.

Il portiere posto in porta dovra’ “leggere” la situazione e decidere se eseguire un’uscita (pallone lungo) o rimanere in porta ad aspettare il tiro (pallone corto). Proposta numero 2

Si dispone un portiere in porta e gli altri non direttamente coinvolti nella esercitazione si dispongono nei pressi del dischetto di rigore ed uno si pone nei pressi del centrocampo scegliendo e variando continuamente la zona presidiata.

Il preparatore calcia da fuori area dei palloni. Il portiere dovrà cercare di parare ostacolato dalla presenza dei compagni davanti a lui.

Se respinge il pallone dovrà immediatamente attivarsi per recuperarlo o dovrà tenersi pronto per l’eventuale ribattuta.

Una volta entrato in possesso della palla dovrà effettuare il lancio per il compagno posto nei pressi del centrocampo.

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Gino DE LUCA, Allenatore di base. Allenatore dei portieri del Settore Giovanile della SS Lazio Calcio

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Data inserimento e aggiornamento nel sito: 23/12/2012 -  22/11/2017 Scarica il contributo in formato PDF