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            Il 
            “mal di schiena” o lombalgia è probabilmente una delle affezioni di 
            più comune riscontro nella pratica clinica. Nel corso della propria 
            vita è difficile non incorrere almeno una volta in una lombalgia; 
            sia le attività lavorative che quelle sportive possono costituire 
            cause di insorgenza. Non esiste grande differenza fra i sessi e 
            l’età più colpita è quella fra i 30 e i 40 anni. Numerosi e 
            importanti sono i fattori favorenti quali il lavoro fisico pesante 
            (sollevare dei pesi), alcuni tipi di sport (basket, sci, 
            equitazione, ecc.), alcune attività fisiche non controllate 
            (ginnastica in palestra con attrezzi, step, ecc.), cattive posture 
            durante lo studio e nel lavoro (attività sedentarie), esagerate 
            vibrazioni (guida prolungata dell’auto). Altri fattori legati ad 
            anomalie del morfotipo possono incidere: presenza di deviazioni 
            della colonna (scoliosi, cifosi, lordosi), dismorfismi lombosacrali 
            (schisi, spondilolisi e listesi). La colonna in generale ha una 
            funzione di sostegno, di protezione e contribuisce nella 
            locomozione; il tratto lombare è sottoposto a un lavoro intenso, 
            soprattutto in flessione; robusti muscoli paravertebrali, addominali 
            e obliqui garantiscono i vari movimenti.  Dobbiamo distinguere 
            due grossolane forme cliniche: la lombalgia tipica in cui il dolore 
            è localizzato esclusivamente a livello lombare e la lombosciatalgia 
            in cui il dolore è anche irradiato perifericamente lungo la coscia, 
            la gamba e a volte il piede di uno o entrambi gli arti. Nel primo 
            caso si tratta di una forma da sovraccarico dei dischi o delle 
            faccette articolari o di una contrattura della muscolatura 
            paravertebrale che si manifesta con dolore e rigidità al tratto 
            lombare. Occorre eseguire una radiografia standard della colonna 
            lombare e del bacino. La terapia consiste nel mettere a riposo il 
            distretto lombare evitando sovraccarichi lavorativi o sportivi ed 
            escludere le possibili cause scatenanti; utilizzare una fascia 
            lombare di sostegno durante il giorno; prediligere una posizione in 
            piedi o sdraiati con le gambe lievemente flesse su un cuscino 
            (scarico del muscolo ileo-psoas) piuttosto che seduta (la colonna 
            lombare lavora circa il 50% in più da seduti); ricorrere a qualche 
            farmaco analgesico o miorilassante per interrompere il circolo 
            doloroso. Successivamente per accelerare la guarigione si può 
            consigliare qualche seduta di fisioterapia, in particolare 
            l’elettroterapia antalgica (TENS) o qualche massaggio leggero. Come 
            mantenimento è d’obbligo controllare il peso (evitare il 
            soprappeso), instaurare un corretto regime di attività fisica come 
            il nuoto, la ginnastica posturale e lo stretching da eseguirsi due, 
            tre volte la settimana. La lombosciatalgia o “sciatica” è una 
            manifestazione dolorosa la cui causa più frequente è l’ernia di uno 
            o più dischi lombari nel canale vertebrale, che comprime una o più 
            radici nervose lombari. Una seconda causa meno frequente ma non 
            trascurabile soprattutto in giovani sportivi (5% della popolazione) 
            è la spondilolisi con listesi di una vertebra lombare (di solito L5 
            su S1), dovuta ad un difetto di saldatura dell’arco posteriore con 
            scivolamento anteriore del corpo vertebrale.  I dischi 
            intervertebrali, formati da tessuto fibrocartilagineo con un nucleo 
            polposo centrale costituito prevalentemente da acqua, sono dei veri 
            cuscinetti interposti fra una vertebra e l’altra; quando una 
            porzione di essi fuoriesce dalla propria sede e migra nel canale 
            vertebrale determina la comparsa di un’ernia. Uno sforzo improvviso, 
            un brusco sollevamento di un peso con il tronco piegato in avanti 
            sono spesso le cause scatenanti il formarsi di un’ernia lombare. A 
            secondo dell’interessamento di una radice nervosa o di un’altra, 
            possono presentarsi differenti irradiazioni che riguardano la 
            distribuzione del dolore dell’arto interessato, l’alterazione della 
            sensibilità, i riflessi e la forza muscolare. Inoltre i sintomi 
            dolorosi possono accentuarsi con la tosse, lo starnuto e ogni forma 
            di aumento della pressione addominale. I movimenti lombari sono 
            alterati e la muscolatura è contratta. Nell’esame clinico il 
            sollevamento della gamba tesa (test di Lasègue) con paziente supino 
            è positivo e l’esame neurologico dimostra una alterazione della 
            sensibilità, una diminuzione dei riflessi e spesso della forza 
            muscolare. Il sospetto clinico di ernia discale deve essere 
            confermato da una Risonanza Magnetica o da una Tomografia 
            Computerizzata. La strategia terapeutica è almeno all’inizio 
            conservativa e si avvale del riposo, uso di un corsetto semirigido 
            lombosacrale, terapia medica (antidolorifici e miorilassanti) e in 
            un secondo tempo, terapia riabilitativa (trazioni leggere, 
            elettroterapia antalgica, ecc.) Solitamente in quattro, sei 
            settimane si riesce a recuperare una discreta efficienza fisica che 
            deve essere mantenuta con esercizi specifici di ginnastica 
            segmentaria e nuoto. Nei casi senza miglioramenti clinici o nei casi 
            che recidivano repentinamente è consigliabile ricorrere 
            all’intervento chirurgico. Il recupero dopo trattamento chirurgico 
            avviene solitamente in due, tre mesi e i risultati a medio, lungo 
            termine sono buoni nella maggioranza dei casi.     
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