“La Fase Offensiva: Dribbling”

Stefano BONACCORSO

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Il dribbling, cioè “l’arte di saltare l’avversario”, è da considerare l’essenza del gioco del calcio che suscita l’entusiasmo del pubblico, conferisce spettacolarità al gioco e coinvolge emotivamente ciascun giocatore per il gusto della sfida e del duello con il proprio avversario.

Generalmente è associato a una finta (movimento d’inganno) che ha lo scopo di nascondere le proprie intenzioni sbilanciando il difensore, costringendolo a muoversi in una certa direzione, per poi batterlo andando nell’altra (movimento intenzionale).

Per superare “l’ostacolo” rappresentato dall’avversario, i giovani giocatori vanno esercitati in allenamento per migliorare il dribbling, inteso come la capacità di superare/ saltare” il difensore, palla al piede, mantenendone il perfetto controllo. La scelta di utilizzare questa condotta motoria specifica dipende dal possesso, da parte del giocatore, dei seguenti prerequisiti:

TECNICO COORDINATIVI:

 - sapere dominare la palla;

 - sapere scegliere il tempo;

 - possedere equilibrio;

 - sapere correre cambiando direzione con e senza palla; 

CONDIZIONALI:

 - sapere cambiare velocità;

 - sapere accelerare/ decelerare rapidamente; 

TATTICI:

 - sapere leggere e capire l’atteggiamento posturale del proprio avversario;

 - sapere leggere la posizione, il numero dei difensori e dei compagni e il loro schieramento nello spazio (per esempio: assenza di compagni in appoggio smarcati; scarsa copertura difensiva oppure spazi ampi alle loro spalle);

 - sapere scegliere rapidamente i gesti più efficaci da eseguire.

PSICOLOGICI:

 - avere fiducia nei propri mezzi;

 - possedere determinazione e coraggio nel voler affrontare direttamente l’avversario;

 - sapere prendere iniziativa

Insieme alle conoscenze necessarie per realizzare il dribbling (Tab. 1) il giocatore deve sapere quali sono i criteri e gli obiettivi che regolamentano 1>1 nelle diverse zone del campo in cui si trova ad agire (fig.1).

In zona D (difensiva) il criterio è la prudenza, la percentuale di riusicita e del 90% e l’obiettivo consiste nel liberarsi dalla pressione di un attaccante.

In zona C (centrocampo) il criterio è il rischio controllato, la percentuale di riuscita e del 75% e l’obiettivo consiste nel guadagnare spazio favorevole per realizzare passaggi di qualità.

In zona A (attacco) il criterio è il rischio, la percentuale di riuscita è del 50% e l’obiettivo è quello di finalizzare l’azione con l’assist o il tiro in porta.

Queste percentuali sono del tutto indicative e possono essere modificate a secondo delle fasce d’età, dell’importanza che si assegna al dribbling per la formazione del calciatore o dell’importanza che si dà al risultato della partita.

Nella Tab.2 è sintetizzato un possibile percorso formativo per fasce d’età finalizzato all’insegnamento del dribbling.

 

Finta e dribbling

CHI

DOVE

COME

QUANDO

PERCHE'

Giocatore

Spazio

Modalità

Tempo

Finalità

· Difensori

 

· Centro - campisti

 

· Attaccanti

 

·  In ogni zona del campo, considerando criteri, finalità e % di riuscita (spesso in zona D)

 

· In ogni zona del campo, considerando criteri, finalità e % di riuscita (spesso in zona C)

 

· In ogni zona del campo, considerando criteri, finalità e % di riuscita (spesso in zona A)

 

Di forza con cambio di velocità e direzione. Di abilità, con finta.

Il movimento di inganno può consistere nella:

- finta di calcio - finta di spostamento (del corpo, della palla o di entrambi)

- finta di passaggio orientando il corpo in una direzione e successivo cambio di fronte

- finta orientando lo sguardo.

Rispetto al difensore Frontale – dorsale – laterale.

 

Rispetto alla porta

Fronte – spalle - fianco

 

· Sull’errore tattico del difensore ( che entra in contrasto quando il p.p. ha la palla attaccata al piede)

 

· Al timing, ovvero alla distanza giusta affinché il difensore

- non abbia il tempo per recuperare il momentaneo sbilanciamento che la finta gli ha provocato (distanza eccessiva)

- non possa intercettare la palla (distanza esigua)

 

· Non ci sono soluzioni di gioco migliori

· C’è spazio alle spalle del difensore

 

· Per superare l’avversario

 

· Per creare superiorità numerica

 

· Per conquistare spazio e tempo per la giocata successiva: passaggio (assist – cross – lancio), tiro in porta

 

Tab. 1: Le conoscenze tecnico-tattiche necessarie al giocatore per realizzare una finta e dribbling

 

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Cosa può fare l’allenatore per incentivare nei propri giocatori l’uso del dribbling?

· Programmare delle unità di lavoro specifiche che abbiano per obiettivo l’apprendimento del dribbling;

· Dedicare quindici minuti di ogni allenamento per l’1>1 e tiro in porta;

· Abbinare ad ogni gesto un nome di fantasia, che evochi il modo di eseguire il dribbling (la forbice, la locomotiva, il flipper) o il nome di un campione (dribbling di Del Piero, ecc.)

· Ogni giocatore potrebbe redigere un diario personale dove annotare i dribbling imparati in allenamento e riusciti in partita;

· Monitorare in partita, attraverso l’osservazione (e la registrazione), i dribbling riusciti e non riusciti dei propri giocatori;

· Incentivare ad usare il dribbling durante la partita, esortandoli con frasi tipo: dribbla, provaci, ecc.;

· Incoraggiare anche nel caso in cui il dribbling non sia andato a buon fine;

· Istituire un premio per i migliori “dribblatori”;

· Incentivarlo in allenamento in situazioni in cui si gioca a numero ridotto e in spazi ridotti;

· Sollecitare anche i difensori ad usare il dribbling quando serve;

· Utilizzare metodi induttivi, attraverso i quali i giocatori possono sperimentare liberamente i dribbling e possono osare giocate rischiose, senza paura del giudizio dell’allenatore;

· Utilizzare metodi di insegnamento che lascino alla libera iniziativa del giocatore la decisione di utilizzare il dribbling, al fine di rendere autonomi e responsabili i giocatori

 

  Categoria   Primi Calci   Pulcini   Esordienti   Giovanissimi'   Allievi

Contenuti fondamentali

1>1 con o senza palla

Gioco delle code, la bandierina, il gatto e il topo, tiro alla fune, lotta dei galli.

1>1 con la palla

 

Duello calcio, rugby, basket, pallamano e hockey.

1>1 Aspecifici

 

1>1 Duello in quadrato (gioco di territorio)

 

1>1 Duello in meta (gioco di linea)

 

1>1 Duello per il tiro (gioco di porta)

1>1 Specifici

 

1>1 Dell’attaccante

 

1>1 Del centrocampista

 

1>1 Del difensore

1>1 Con reparti o squadre schierate (es. 4-4-2)

 

1>1 Della punta (nel 4-4-2)

 

1>1 Dell’esterno (nel 4-4-2)

 

1>1 Del centrocampista (nel 4-4-2)

 

1>1 Del terzino (nel 4-4-2)

 
  Finalità

Sperimentare i giochi – duello per migliorare la motricità di base

 

Sperimentare i giochi – duello praticando la polisportività

 

Sperimentare il duello calcistico nelle diverse forme

 

Sperimentare il duello calcistico nel contesto della tattica individuale

 

Sperimentare il duello calcistico nel contesto della tattica di squadra

 

Tab. 2: Percorso formativo per l'insegnamento del dribbling

 

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Stefano BONACCORSO, laureato in Scienze Motorie alla Facoltà Statale di Milano, membro del Direttivo Nazionale F.I.G.C., settore giovanile e scolastico. Responsabile dell’attività di base dell’Atalanta B.C.


Data inserimento e aggiornamento nel sito: 29/05/2014 - 11/05/2017

 

 

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