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"Quando andiamo a casa?"

Milan, Monza e Torino: ora la sfida più difficile di Gigi Radice si chiama Alzheimer

Michele Farina, giornalista del Corriere della sera, ha scritto un libro per parlare della vita dei malati di Alzheimer. Tra le storie raccontate c’è anche quello del mitico mister Gigi Radice, in panchina a Monza, uno scudetto con il Torino, da tempo malato di Alzheimer. Sulla panchina del Torino all’ultimo scudetto granata, quasi quarant’anni fa. E oggi ricoverato in una casa di cura per malati di Alzheimer. Nato nel 1935 a Cesano Maderno, ha legato il suo nome a tre maglie: Milan, Torino e Monza. Calcisticamente è nato e cresciuto nel Milan, dove ha imparato a giocare come terzino sinistro. Appese le scarpette al chiodo, la sua passione si è spostata in panchina. Radice ha allenato Monza, Treviso, Cesana, Fiorentina, Torino (nel 1975-1976 lo storico scudetto), Bologna, Milan, Inter, ancora Torino, Roma Genoa prima di chiudere di nuovo a Monza, dove ha ottenuto la promozione in serie B. Poi basta. Il calcio si è lentamente dimenticato di lui. E lui ha incominciato a dimenticare tutto. Scrive Farina nel suo libro:

“Radix, soprannominato Sergente di ferro, ha compiuto 80 anni a gennaio. Ha ancora i suoi proverbiali occhi di ghiaccio, ma lo sguardo è spento e lontano. Alla porta della sua stanza c’è una foto che lo ritrae in bicicletta, non un’immagine del suo straordinario percorso calcistico. Come se qualcuno avesse voluto cancellare con un piccolo gesto, incorniciando la bici anziché il pallone, quel mondo cui Gigi ha dato tanto. Quel mondo che , come ha detto sua moglie Nerina in una rara intervista di qualche anno fa, lo ha dimenticato».

Oggi lo stratega geniale degli anni Settanta e Ottanta «è spesso taciturno, mascella serrata, a volte intrattabile. Come se sapesse, come se capisse e non accettassela sua condizione». I ricordi si fanno personali. E struggenti. Scrive ancora Farina: «Un fisioterapista un paio di anni fa mi ha riportato una frase, una delle poche che Gigi ripeteva spesso durante le sedute: «Oriali, cazzo, dalla ’sta palla». Perché ricordarsi di Oriali e non piuttosto di Zaccarelli, centrocampista del suo Torino dei miracoli? Dalla nostra mente affiorano a volte strani spezzoni di memoria marginale, slegati dalle esperienze più importanti o felici della vita. Zaccarelli è uno dei pochi che non si sono eclissati del tutto davanti alla malattia del mister. Una telefonata ogni tanto può già essere un bel ristoro. Succede spesso con l’Alzheimer o con altre forme di demenza: che si crei il vuoto, che la cerchia degli amici si allontani». Ma non tutti lo hanno dimenticato: «I tifosi granata, in occasione degli 80 anni del mister, hanno lanciato un appello affinché valga anche per lui la legge Bacchelli che garantisce un vitalizio a cittadini illustri in difficoltà. Ma la legge migliore potrebbe essere la “legge Zaccarelli”: non dimenticarli e aiutare chi sta loro intorno».

 

Info
Titolo:
Quando andiamo a casa?
Autore: Michele FARINA
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 432  Prezzo: € 11,05 (miglior prezzo su
Feltrinelli) - Formato Kindle: € 6,99 da Amazon
Casa Editrice:
RCS Libri via Rizzoli, 8 20132 Milano (MI) - Contatti: info@rcslibri.it