Il Portiere donna

Giorgia BRENZAN

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Premessa

Nella bibliografia internazionale non esistono molti studi sul calciatore donna.

Certi sono comunque gli studi sull’ anatomia e sulla fisiologia della donna, che mettono in rilievo differenze sostanziali con l’uomo.

Oltre ad un evidente differenza di costituzione fisica, grossa importanza deve essere data alla fisiologia: essenzialmente meno forza, e nel mese, reclutabile in quantità e qualità diversa.

In termini nervosi, si è constatato che i tempi di reazione agli stimoli sono gli stessi degli uomini, mentre si rileva una differenza a sfavore della donna per quanto riguarda l’acuità visiva e l’ abilità spaziale. ( convegno nazionale, il calcio femminile – aspetti medici e tecnici, Firenze ’93 ) Naturalmente queste differenze devono essere tenute in considerazione per pianificare un allenamento rivolto ai portieri di sesso femminile.

In relazione all’ allenamento condizionale, contrariamente a quello che si crede, non si può prescindere da una pianificazione seria ed approfondita in ogni seduta di allenamento della capacità di forza in tutte le sue forme con particolare attenzione alla capacità di reclutamento inter e intra muscolare.

L’ allenamento e il condizionamento delle capacità coordinative e tecniche sono gli stessi di quelli riservato agli uomini a parità di età e capacità. Così come non variano gli aspetti psicologici e di relazione con il portiere donna, se non tenendo conto dell’individualità della persona.

Quello che cambia nella sostanza è l’aspetto tattico.

 

La partita

Anche per chi non avesse avuto occasione di vedere una gara tra donne, vista la premessa, risulta evidente come nell’ economia di una gara si possano evidenziare alcune peculiarità di cui non si può non tenere conto.

Naturalmente le attenzioni vengono rivolte alle conseguenze pratiche per il gioco del portiere

Le azioni della partita risultano più lente

La trasmissione della palla deve essere necessariamente più lenta, per permettere alla corsa della giocatrice ricevente di poter arrivare sul pallone. ( penso al passaggio filtrante in area di rigore, per esempio ).

Il cross non può essere troppo teso o comunque troppo veloce. Il tiro in porta normalmente va alla ricerca della precisione piuttosto che della forza.

Il tiro da fuori area o da lontano risulta quasi esclusivamente a parabola.

Per quel che riguarda il portiere nello specifico, detto nella premessa di un uguale risposta nervosa rispetto agli uomini, i gesti tecnici risultano, comunque, eseguiti con più lentezza.

I salti sono meno precisi, quindi esistono maggiori difficoltà nell’ eseguire con precisione le uscite alte e le parate su palloni rivolti nella parte alta della porta.

La corsa nelle varie direzioni, normalmente, non presenta particolari difficoltà rispetto al gioco, così come la gestualità eseguita con i piedi, sia per la fase di non possesso che per quella di possesso.

Si è già detto come la tecnica debba essere presentata ed allenata senza differenza.

 

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La tattica

La differenza da tener conto se un preparatore si trova per la prima volta ad allenare delle ragazze, è quindi relativa alla tattica.

Fatto salvo l’ atteggiamento della propria squadra e della squadra avversaria, sicuramente bisogna allenare il nostro portiere a degli atteggiamenti tattici particolari.

 

Nella fase di possesso palla:

- se il portiere ha la palla in mano il passaggio con le mani deve essere il più possibile giocato in sicurezza, in quanto la forza che si può dare alla palla non consente molta velocità. La palla può essere giocata in uno spazio relativamente corto.

- Il rilancio con i piedi andrebbe indirizzato in una zona di campo studiata con la squadra, in quanto la distanza raggiungibile dalla palla non è notevole.

- Se la palla è in possesso delle compagne non ci sono appunti da aggiungere

 

Nella fase di non possesso palla: la posizione da tenere sul terreno di gioco, dovrebbe essere piuttosto prudente.

Bisogna dare la preferenza alla copertura della porta.

Quando la palla si trova lontano dalla porta, la posizione del portiere deve essere piuttosto avanzata, sarà possibile un lancio oltre la linea difensiva, mentre difficilmente si può pensare ad un tiro verso la porta.

Mano a mano che la palla si avvicina alla porta, la posizione deve essere molto più prudente di quanto non si potrebbe pensare, in quanto un eventuale tiro in porta richiederebbe al portiere un gesto difficile da mettere in pratica (la parata alta con una direzione di spinta verso dietro le spalle del portiere è un gesto notevolmente difficile da eseguire in maniera corretta), mentre un eventuale palla a superare la difesa diventa affrontabile in maniera più agevole.

Per le palle che partono dalle fasce, non ci sono particolari differenze.

La difficoltà principale risiede nel fatto che la copertura dell’area di rigore risulta parziale e come per i ragazzi la lettura della traiettoria della palla non avviene facilmente.

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Giorgia BRENZAN, Preparatore Atletico Professionista. Preparatore di Portieri


Data inserimento e aggiornamento nel sito: 05/03/2011 -  23/05/2017

 

 

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