Proposte per il Settore Giovanile | Carlo Chiarabini Atti Convegno di Urbino "Prima del Risultato"Calcio Giovanile
Organizzare e gestire l'attività di campo: un caso pratico

Carlo Chiarabini

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L’attività in campo con i ragazzi rappresenta il momento topico del nostro lavoro.

Come la prepariamo e in che modo la dirigiamo costituiscono aspetti fondamentali, da conoscere e utilizzare al meglio per ottenere gli obiettivi che ci poniamo.

Una corretta organizzazione e gestione delle attività di campo può generare grandi vantaggi in relazione al processo di apprendimento e formazione dei bambini.

Il tempo che abbiamo a disposizione non è mai tanto, per cui diventa fondamentale utilizzarlo al meglio.

Anche il materiale sportivo spesso non viene adeguatamente sfruttato, valida ragione per pensare nuove e più efficaci forme di utilizzo dello stesso.

L’allenamento che scivola via bene dipende quasi sempre dal nostro atteggiamento; i bambini seguono l’energia e la determinazione che trasmettiamo, così come si accorgono da subito se un mister è consapevole di quello che fa o invece vive di improvvisazione.

 

Questi aspetti incidono notevolmente sul livello medio dell’allenamento che, a conti fatti, è il termometro di valutazione del nostro operato.

Prepararsi nel migliore dei modi costituisce già un buon punto di partenza anche se non sufficiente per essere all’altezza dei nostri compiti; tante altre componenti risultano fondamentali e non possono essere trascurate.

Tuttavia, il momento della predisposizione, teorica e pratica, di ciò che vogliamo fare rappresenta indubbiamente lo step iniziale di qualsiasi seduta e, come tale, va studiato e analizzato.

 

Ognuno di noi sarà incappato in situazioni nelle quali ha dovuto modificare qualcosa nell’allenamento perché mancava il materiale che “forse” avremmo potuto preparare prima; spesso abbiamo perso del tempo prezioso perché gli spazi non erano stati programmati correttamente e ci servono minuti per rimodulare il tutto; impieghiamo troppo tempo nella transazione tra una proposta e l’altra e i bambini si disperdono; non controlliamo le pause dell’allenamento (come l’andare a bere) e si crea un clima di confusione, e così via.

Sono circostanze che capitano più spesso di quanto crediamo e, a mio avviso, sarebbe buona regola quella di interrogarsi sul perché si verificano, cercando allo stesso tempo risposte.

 

Dal mio punto di vista le cause principali possono essere così sintetizzate:

• inesperienza: manca l’aver vissuto altre volte quelle particolari situazioni; essere inesperti non è certamente una colpa, con il tempo le cose diventeranno più semplici, si può crescere purché ci sia la volontà;

• non piena capacità: non avere ancora padronanza completa delle nozioni e degli strumenti necessari è altrettanto una circostanza migliorabile; serve attenzione e spirito di osservazione verso coloro che “riescono meglio”;

• mancanza di stimoli: va analizzata alla radice: può derivare dal soggetto stesso (inizia ad essere grave) oppure dal contesto generale (società, rapporti con gli altri istruttori ecc..). I bambini noteranno questa atmosfera e lo trasferiranno in atteggiamenti non entusiasti;

• presunzione: pensare di sapere tutto, che “ a me non serve preparare, programmare, tanto so cosa fare, sono dieci anni che alleno”.

 

E’ davvero un problema. Per quanto siano alte le capacità del tecnico, non saranno mai sfruttate completamente e non si riuscirà ad ottenere il massimo dall’allenamento.

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Organizzazione e gestione

Volendo esaminare il modus operandi dell’istruttore, ovvero il suo modo di agire, è interessante sottolineare il rapporto bidirezionale esistente tra due elementi principali: l’idea e gli obiettivi.

Un qualsiasi stimolo fa nascere l’idea: abbiamo pensato a qualcosa che ci piacerebbe proporre ai nostri ragazzi.

Dopo averne testato la fattibilità, passiamo ad analizzare quali risultati essa ci potrebbe permettere di raggiungere.

Allo stesso modo anche il processo inverso è frequente e condivisibile: partiamo dall’individuazione degli obiettivi e facciamo nascere delle idee per poterli conseguire. Ambedue le strade sono valide; richiedono certamente apertura mentale, voglia di fare, di imparare, di migliorare, di crescere.

 

Una differenza è però necessario rimarcare: il concetto di organizzazione riguarda tutto ciò che è riferito al “prima”, nel senso di operazioni pensate ed attuate in funzione di un determinato lavoro da svolgere.

La gestione riguarda invece il “mentre”, ossia i comportamenti che assumiamo nell’ esecuzione della nostra attività.

 

Perché è fondamentale organizzare l’attività?

• favorisce la presa di coscienza del nostro lavoro;

• educa alla cultura dell’allenamento;

• fortifica la posizione dell’allenatore;

• ottimizza l’utilizzo di spazio e tempo.

 

Come gestire correttamente l’attività? L’efficacia di un allenamento e la sua conseguente produttività sono frutto di una serie di azioni che vengono messe in pratica durante la seduta.

Tra queste:

• imprimere ritmo e fluidità alle esercitazioni;

• correggere tempestivamente eventuali anomalie;

• evitare tempi morti;

• essere attenti nella costruzione delle squadre;

• dare ordine anche “nella confusione”.

 

La gestione dell’allenamento da parte dell’istruttore è il momento migliore per incidere sul bambino ma soprattutto sul gruppo.

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I casi pratici: proposte alternative per Pulcini e Piccoli Amici

Poniamo ora l’accento su uno, anzi due casi pratici che andremo ad analizzare: l ’attività di campo delle categorie pulcini e piccoli amici.

Si tratta di due sedute di allenamento un tantino atipiche dove l ’intento sarà quello di puntare forte sull’organizzazione e gestione dell’evento nella sua globalità, dall’accoglienza delle squadre all’utilizzo di spazi e materiale, dall’ingresso in campo sino al saluto finale.

Obiettivo numero uno: stimolare i bambini in modo da farli esprimere al massimo della loro energia, il che significa tenere ritmi alti, che a sua volta aumenta le possibilità di apprendimento.

 

Partiamo dal presupposto che i bambini debbano esercitarsi molto, in maniera il più possibile attiva.

Da questa convinzione un percorso a ritroso ci porta alla consapevolezza di dover creare le migliori condizioni perché questo possa accadere.

 

Categoria Pulcini. Quattro spazi per quattro obiettivi

L’idea di fondo per questa seduta di allenamento è quella di dimostrare come un gruppo numeroso di giocatori (circa trenta bambini) possa essere gestito contemporaneamente da due tecnici che lavorano in aree adiacenti.

Nei quattro spazi che andremo a predisporre proporremo giochi ed esercitazioni che andranno a toccare tutti gli aspetti cruciali: motorio, tecnica di base, tecnica applicata, tattica.

In ciascuno degli spazi verrà dato risalto ad un obiettivo in particolare, fermo restando che ogni proposta è articolata per raggiungere nel contempo una pluralità di obiettivi.

Questa tipologia di costruzione della seduta implica un lavoro a tavoli nodi preparano in anticipo spazi e materiali, e che puntano sulla creazione di uno stimolo forte per i ragazzi: trovarsi un campo ben apparecchiato dove cimentarsi in un allenamento a ritmi elevati, con poche pause e con proposte di gioco divertenti.

 

Categoria Piccoli Amici. "Football Festival"

“Football festival” è un’iniziativa che nasce dall’esigenza di riunire un insieme di gruppi di piccoli amici, facendo trascorrere ai bambini un’esperienza originale e coinvolgente.

Anche in questo caso, come nel precedente, fondamentale risulterà l’organizzazione e la gestione: predisposizione di spazi e materiale, coordinamento tra gli istruttori, creazione di un clima festoso e sani principi sportivi.

Grande importanza sarà riservata all’atmosfera che verrà creata.

E’ l’alternativa possibile a partite e tornei per queste fasce di età, dove il freddo risultato sportivo spesso demoralizza i più “deboli” e rischia di far passare in secondo piano quelli che invece sono i veri intenti del confronto.

Cinque stazioni nelle quali si affrontano i vari gruppi: gioco partita libera, gioco dell’uno contro uno, giochi coordinativo-motori, gioco partita obiettivo e gioco al tiro in porta.

Anche in questo caso tutti gli aspetti vengono sviluppati: coordinazione, motricità, tecnica e tattica Un efficace utilizzo di spazi e materiale, unita alla preparazione degli istruttori ed alla inerenza delle proposte spesso rappresenta il cocktail vincente della nostra attività di campo.

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Carlo Chiarabini: Docente e istruttore in ambito sportivo

 


Data inserimento  nel sito: 27/04/2017

 

   

 


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