Cosa si dovrebbe integrare in un’esercitazione “integrata”? Analisi con GPS di un’esercitazione integrata

Internet è una grande ricchezza per un allenatore. Senza dubbio permette al Tecnico “Moderno” di godere di una vastità di proposte alle quali prima non era possibile accedere se non attraverso libri e dvd o attraverso la presenza a sedute di allenamento di colleghi.

Nell’ultimo periodo la mia attenzione è stata attirata dalle cosiddette esercitazioni “integrate”. Dal punto di vista terminologico per esercitazione integrata si è sempre intesa un’esercitazione che avesse come scopo allenante l’implementazione delle capacità condizionali attraverso l’utilizzo della palla1. Internet mostra, un po’ per tornaconto personale degli autori di certe esercitazioni, un po’ per delle imprecisioni di traduzione un concetto di lavoro integrato differente.

Infatti è possibile reperire sul web alcune esercitazioni definite “integrate”5, che per integrato però intendono l’interazione di due o più reparti in momenti distinti o solo quando si verificano certe situazioni di tipo tecnico-tattico, o anche che prevedono alternativamente lo svolgimento di situazioni tecnico-­‐tattica per reparto con lavori di tipo fisico (coordinativo e condizionale come balzi, skeep, ecc) o situazioni di tecnica e tattica individuale.

Al netto del chiarimento terminologico, doveroso, questo articolo si pone l’obbiettivo di analizzare un’esercitazione integrata, dove l’attributo “integrata” fa riferimento alla seconda tipologia di definizione. La scelta di analizzare un’esercitazione così strutturata nasce dalla necessità di verificare l’effettiva concordanza tra modello funzionale2 e proposta, nonostante la frammentazione delle situazioni di gioco che di fatto allontanano il contesto esercitativo da quello di gara e valutare quindi il reale valore allenate della proposta e se eventualmente la frammentazione inficia l’efficacia della proposta stessa.

L’esercitazione proposta, visibile nella figura sottostate è stata svolta nella giornata di allenamento del Lunedì da una squadra di categoria Juniores Regionale Fascia B che di norma svolge 3 sedute di allenamento settimanali. La squadra aveva giocato il sabato precedente alla partita e veniva per tanto da 2 giorni di riposo consecutivi. Rispetto alla partita precedente non si hanno dati disponibili.

I soggetti svolgevano questo particolare tipo di esercitazione per la prima volta, ma in altre 4 occasioni, nelle 4 settimane precedenti alla seduta in questione avevano svolto esercitazioni strutturate in maniera simile. La misurazione è stata svolta utilizzando gps qstarz e il software lagala-colli.

 


Esercitazione 1

L’esercitazione iniziava con la difesa rinviava palla nello spazio delimitato come in figura (20x40) all’intero del quale si svolgeva un 6vs6. Gli attaccanti avevano il compito di effettuare 5 passaggi successivamente ai quali potevano attaccare.

I difendenti invece dovevano recuperare palla e fare trascorrere 7’’ per riuscire ad invertire il compito di gioco. Mentre si svolgeva l’esercitazione, nello spazio delimitato, la difesa doveva eseguire i movimenti di copertura tipici della difesa a zona.

I difendenti partivano dalla linea di ¾ per attaccare il pallone rinviato. Se avvenivano i 5 passaggi i componenti della squadra che lo permetteva effettuavano una navetta di penalità verso il lato opposto rispetto al quale si trovavano nel momento in cui avveniva il 5° passaggio.

Ogni sessione di lavoro durava 5’.

Il recupero tra le sessioni era stato fissato in 3’. Ogni azione durava il tempo necessario al suo espletamento.

   

Figura 1

 

Terminata in un tempo non superiore ai 25” la difesa si preparava a rinviare nuovamente la palla e dare il via a una nuova azione. Dal punto di vista medio considerando tutti giocatori coinvolti senza distinzione per ruolo e compito come risulta nella “Tabella n°1”, di sotto riportata, sono stati rilevati i valori evidenziati per concordanza e discordanza con i valori di riferimento2, dove il colore rosso rappresenta un dato registrato al di sotto di quelli utilizzati per il confronto, verde uguale, giallo superiore, mentre in bianco tutti quelli per cui non è presente un valore per il confronto. I valori a cui viene fatto riferimento sono quelli riferiti a un campione di squadre iscritte al campionato di “Promozione”. La scelta di fare riferimento a tale categoria è dettata dal fatto che per quanto riguarda il campione di soggetti monitorati la “Promozione” rappresenta il campionato di riferimento per la prima squadra della società a cui appartiene la Juniores oggetto della misurazione.

 
 
Tabella 1

 


 

Senza effettuare un analisi dettagliata, ma basandosi solo sull’impatto visivo appare immediatamente evidente come l’esercitazione si mostri essere molto vicina a quello che è il modello funzionale di riferimento2. Escludendo,infatti, i dati relativi ad ampiezza e profondità (“y prof” e “x amp”) che di per se non possono essere presi a riferimento considerano che l’esercitazione non si gioca in uno spazio reale, ma adattato alle necessità dell’esercitazione, risultano largamente al di sotto al di fuori anche della “tolleranza” concessa dalla deviazione standard, risultano inferiori al modello di riferimento2 solamente i parametri relativi alla percentuale di potenze erogate dai giocatori al di sopra delle potenze “elevate”3, cioè i >35 Watt, vale a dire con velocità superiori ai 18-­‐20 km/h (indicate nella “Tabella N°1” con la dicitura “%W>intense”) e allo stesso modo per il tempo, in percentuale, trascorso con velocità incluse tra i 18-­‐20 km/h ovvero con potenza erogata inclusa tra i 20-­35 Watt (indicato in tabella come “%Tvel/w HI”).

Al di sotto, ma all’interno dell’intervallo definito dalla deviazione standard risultano i parametri relativi alla percentuale di tempo trascorsa su velocità superiori alla vam, quindi sopra i 16 km/h (indicato in tabella come “%vel>vamT.tot) e alla percentuale di contributo del sistema anaerobico (indicato in tabella con “%anaer”). Per tutti gli altri valori dove è stato possibile il confronto con il modello funzionale di riferimento2si nota come i valori relativi agli aspetti più condizionali (VO2 e Potenza Media), risultano pressoché sovrapponibili e addirittura superiori per gli aspetti legati alla “qualità” e alla “tipologia di corsa” (n° accelerazioni, azioni intense, cambi di direzione, ecc.). Nel complesso quindi, prima di procedere ad un’analisi dei dati aggregati in modo differente da quello che non sia una lettura media dell’esercitazione (riportata nella Tabella n°1) si può affermare che la stessa risulta essere allenate per più aspetti.

Interessante sarebbe capire, ma si rimanda ad un’altra eventuale e successiva analisi, se la scelta (per questioni organizzative più che metodologiche) di svolgere l’esercitazione in uno “spazio adattato”, potrebbe essere invece la causa, come quasi certamente lo è per i valori relativi alle distanze (ampiezza e profondità) coperte dai giocatori in campo, responsabile degli scostamenti dei valori di riferimento sia verso l’alto, ma anche verso il basso.

Un ulteriore aspetto che si è voluto indagare trattandosi di un’esercitazione che offriva la possibilità di lavorare simultaneamente non solo sulla fase di possesso e di non possesso, ma anche sugli aspetti tattici di reparti differenti è stato valutare l’allenamento dei giocatori in modo differente rispetto alla collocazione in campo. Nella tabella di seguito vengono riportati i valori fatti registrare dai giocatori coinvolti nell’esercitazione con il compito di difensori di una linea a 4 con tanto di valore medio.


Tabella 2

 


 

A differenza dei valori riportati nella “Tabella n°1”, in questa qui sopra appare evidente come se si considera l’esercizio per i soli componenti del reparto difensivo, la stessa esercitazione che li coinvolge fa registrare dei dati differenti, ma soprattutto quasi sempre al di sotto dei valori considerati per il modello prestativo di riferimento. Per ciò che riguarda i valori medi accettabili, risultano essere coerenti con il modello prestativo, solamente il valore relativo al n° delle azioni intense al minuto, che risulta al limite minimo della deviazione standard, grazie in particolare ai valori fatti registrare dai due giocatori che hanno ricoperto la posizione di difensore centrale oltre ai valori relativi alle “tipologie di corsa”.

Queste due indicazioni portano ad alcune considerazioni quali, che probabilmente, così come è strutturata l’esercitazione, la fase in cui la linea di difesa deve solamente muoversi secondo i principi della zona, ma di fatto non deve intervenire, attendendo il completamento del possesso palla da parte degli attaccanti provoca, verosimilmente, un abbassamento dell’ “intensità” dell’esercitazione stessa, il che spiegherebbe anche il perché dei tempi di recupero (indicato con “Tr pass/min”) superiori a quelli del modello prestativo.

Allo stesso tempo è altrettanto plausibile che possa fare dedurre che l’esercitazione crei un contesto, almeno dal punto di vista delle azioni definite “tempi forti”, molto simile al contesto partita, poiché comunque i difensori al minuto effettuano 2,4 azioni intense come di fatto avverrebbe nella partita stessa. Non solo, l’esercitazione risulta, probabilmente, tatticamente allenate, in quanto i difensori compiono spostamenti che fanno registrare valori coerenti (anche se leggermente maggiori) con il modello prestativo3 per quanto concerne le “tipologia di corsa” e “spostamento”.

A conferma di questa supposizione è possibile considerare il fatto che, non a caso, i valori di decelerazione più alti siano quelli dei Difensori Centrali (infatti è più probabile che gli attaccanti avendo a disposizione 3 porte per fare gol, ed essendo schierati secondo un sistema di gioco4 e un modello di gioco6 che privilegia la ricerca dell’ampiezza, abbiano attaccato con maggiore frequenza le stesse richiedendo quindi un’azione più veloce, quindi con un accelerazione maggiore, di copertura con una sollecitazione maggiore, la decelerazione appunto, per effettuare una corretta presa di posizione4 nell’aiutare il Difensore Esterno di parte).

Al termine dell’analisi di questo blocco di dati però occorre fare una considerazione alla luce dei limiti che l’esercitazione parrebbe avere mostrato se analizzata esclusivamente considerando i difensori, oltre a quella già citata relativa ai tempi di recupero, ovvero che i valori di riferimento con cui viene effettuato il confronto con quelli registrati s’intendano medi per un giocatore della categoria “promozione” e non per un difensore della stessa nonché per un difensore di una linea a 4. Il che di fatto rimanda alla necessità probabilmente di valutare anche le eventuali differenze per ruolo e per sistema di gioco.

L’ultima analisi effettuata, riportata nella tabella di seguito, riguarda i dati riaggregati considerano i giocatori durante l’esercitazione hanno ricoperto ruoli di attaccanti o centrocampisti, indicando quando questi stessi erano in fase di possesso (a) o di non possesso (d).

 


Tabella 3

 


 

In quest’ultima tabella appare evidente come l’esercitazione proposta, di fatto, risulti allenante per i giocatori che ricoprono i ruoli di centrocampisti e di attaccanti con valori che, ovviamente, visti i dati registrati e riportati nella “Tabella n°2” risultano maggiori rispetto alla media totale dell’esercitazione (“Tabella n°1). In particolare se trascuriamo il dato relativo alla distanza coperta in ampiezza e profondità (“y prof” e “x amp”) per le ragioni già citate all’inizio dell’analisi, risultano nuovamente al di sotto, considerando anche la deviazione standard, dei valori presi a riferimento, solamente i valori relativi a alla percentuale di potenze erogate al di sopra dei 35 Watt rispetto quelle superiori ai 20 e la percentuale di tempo trascorsa a velocità superiori ai 16 km/h. Prima di proseguire con l’analisi va ricordato che per promuovere il lavoro di recupero palla da parte dei centrocampisti e attaccanti in non possesso è stata introdotta una “navetta punitiva” (un allungo dalla posizione in cui il giocatore stesso si trovava al lato opposto del campo) che potrebbe avere alterato i dati rilevati. Tralasciando quest’ultimo dettaglio, da una prima analisi appare evidente come quasi in tutta la totalità dei casi in cui i valori non risultano in linea o superiori al modello di riferimento considerato si tratti di giocatori in fase di non possesso (d) o difensiva nonostante la misura “disincentivante” al lavoro a “bassa intensità”. Considerando però il basso numero di casi al di sotto dei valori registrati rispetto al modello prestativo di riferimento3, l’esercitazione può essere considerata allenante. In particolare dal punto di vista condizionale si nota come i valori di VO2 e di Potenza Media risultino al di sopra del modello di riferimento come per altri valori. In particolare è interessante notare come tutti i dati relativi alla “tipologia di corsa” siano quasi sempre superiori ai dati del modello di riferimento3 e in pochissimi casi sovrapponibili e in altrettanto pochi al di sotto dello stesso. E’ interessante notare come di fatto risultino “fuori scala” per gran parte dei dati rilevati solamente un attaccante e un esterno destro. Osservando poi i dati coerentemente al modello di gioco6 è particolarmente interessante notare come nonostante gli spazi adattati (e ristretti) in cui si svolge l’esercitazione gli unici a fare registrare valori accettabili rispetto alla distanza coperta in ampiezza siano un esterno dx,e una punta sia in fase di possesso che di non possesso. Considerando che anche in questo caso come in quello riferito ai valori della “tabella n°2” sarebbe stato più utile confrontare i valori del modello prestativo3 considerando il ruolo nonché il sistema di gioco4, e che si può certamente affermare, considerando i limiti evidenti di un’analisi che tiene conto di una sola esercitazione e di un solo campione di giocatori, che le esercitazioni strutturate per settori verosimilmente potrebbero costituire un ottimo mezzo di allenamento e che un intervento d’integrazione, se si deve verificare, si deve limitare a pochi e circoscritti aspetti che riguarderanno probabilmente solo alcuni dei giocatori o dei reparti coinvolti ottimizzando quindi il tempo a disposizione nelle sedute e nel ciclo di allenamenti.


Fonte/Autore: Dott. Luca Bellini Laureato Magistrale in Scienza dello Sport presso l’Università degli Studi di Milano Allenatore di Base U.E.F.A. – B Cultore della Materia nel C.L. in Scienze Motorie e dello sport presso L’Università “e-Campus” Master Universitario di II° Livello in Didattica delle Attività Motorie per l’Età Evolutiva
Bibliografia e sitografia

1. J.Bangsbo; “Preparazione fisico atletica del calciatore”, Calzetti e Mariucci, 2006

2. R.Colli; Valutare la potenza media di sqaudra come analisi dell’impegno contemporaneo di giocatori”, www.laltrametodologia.com, 2015

3. R. Colli, E. Marra, C.Savoia, V. Azzone; “La Rivoluzione Della Misurazione Della Potenza Metabolica Nel Calcio Tramite Gps o Videoanalisi”, www.laltrametodologia.com, 2011

4. F.Ferrari; “Elementi di tattica calcistica” Vol.1, Edizioni Correre, 2001

5. B.Filardi; “Esercitazione intergata”,www.figcbasilicata.it, 2016

6. X.Tamarit, “¿Qué es la Periodización Táctica?”, 2007


Data inserimento nel sito: 27.10.2015

               

 
 

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