Il Ferguson di Gorgonzola
Data inserimento e di aggiornamento  nel sito: 26/01/2015 - 02/02/2018

Questa potrebbe essere la storia di Sir Alexander Chapman Ferguson da Manchester.

Ma non lo è. O magari potrebbe essere il racconto di Monsieur Guy Roux da Auxerre.

Ma non è nemmeno questa.

Questa è semplicemente la storia del Signor Cesare Albè. Da Gorgonzola.

Detto così sembra perdere di poesia. Ma così non è. Perché la poesia sta nel medesimo pallone che rotola, partendo dalla perfida Albione fino alla Borgogna, per rimbalzare e fermarsi nella Martesana. A Gorgonzola.

Appunto.


 

 E proprio Gorgonzola, oltre che ricordare il famosissimo formaggio, è la sede della Giana Erminio.

Sono consapevole che a questo punto si potrebbe essere autorizzati ad utilizzare wikipedia per decifrare il presente scritto, ma questa storia è molto più semplice di quanto si pensi. E molto più affascinante.

 

Ma facciamo un passo indietro.

Chi conosce un minimo la storia di Sir Alex Ferguson sa che è stato seduto per 27 anni sulla panchina del Manchester United, e tuttora continua ad esserne il dirigente di punta. Non vi sto qui a raccontare i suoi successi che sono sotto gli occhi di tutti, perché la storia non riguarda coppe e campioni, ma uomini.

Uomini di sport. Come un altro allenatore, il francese Guy Roux che per 44 anni ha condotto dalla panchina i francesi dell’Auxerre, con risultati, seppur non strabilianti come quelli di Sir Alex, eccezionali per una realtà come quella transalpina.

Quasi 1.500 giorni con le chiappe sulla stessa gelida panchina.

Questo si che è un record. Il record di cui parliamo, ma soprattutto di come ci si riesce ad arrivarci, in un calcio che, a tutti i livelli, macina allenatori a ritmo industriale.

 

Di certo è un record che gente come Zamparini o Preziosi non riuscirebbero mai ad intaccare, magari potrebbero provarci all’inverso, ma questa è un’altra storia.

Una storia che non riguarda appunto Mister Cesare Albè da Gorgonzola, allenatore della A.S.D. Giana Erminio.

Ecco che si scopre l’arcano.

La Giana è la squadra di calcio di Gorgonzola, nata nel 1909 ed intitolata alla memoria di un concittadino alpino morto tragicamente.

Una storia d’altri tempi, di prima del motore.

Ma che continua. Perché la Giana ha sempre vissuto nel dilettantismo puro, da quel lontano giorno di fondazione, ed ora si ritrova per la prima volta nella sua centenaria storia in Serie C. Pardon: LegaPro.

E vedendo come si è comportata in questa stagione sembra essersi seduta al tavolo dei professionisti al posto principale, con una salvezza conquistata alla penultima giornata dal sapore di una Coppa dei Miracoli.

 

Ed è proprio il Signor Cesare Albè che guida la sua squadra, la sua Giana, nelle vette del dilettantismo italiano prima e nel professionismo ora.

Siamo certi che Ferguson e Roux non conoscono Albè, ma siamo altrettanto sicuri che a Gorgonzola e dintorni tutti considerino Albè come un novello Ferguson.

Perché Cesare Albè è l’allenatore della Giana Erminio da ben 20 anni. Un periodo che si addice terribilmente all’Italia, ma questo, lungi da essere un ventennio tragico come altri, ha il sapore della poesia.

Albè ha condotta la Giana nei meandri delle categorie dilettantistiche in un saliscendi senza mai eccessi e senza mai urla disumane, resistendo alle intemperie che il pallone regala, a tutti i gradi e livelli.

Compreso nei dilettanti. Anzi, forse maggiormente in queste categorie in cui spesso e mal volentieri ci si ritrova in una piccola giungla pallonara con poche regole, ancora meno diritti e tante pretese. Le pretese che il suo Presidente Oreste Bamonte non ha mai avuto.

 

Le pretese di fare il passo più lungo della gamba, ma al contrario di condurre una piccola società stagione dopo stagione, senza spendere ne tantomeno spandere dinari qua e la appresso a pseudosantoni del fusbal de noantri, ma proseguendo il suo percorso sportivo con al fianco un uomo di sport come Cesare Albè.

Non vogliamo dire che sia stato sempre tutto rose e fiori, anzi, ma siamo certi che ogni momento di difficoltà, anche quello più duro, sia stato affrontato con la serenità e la coscienza del buon padre di famiglia.

Come lo sono Oreste e Cesare. Due amici. Appunto, due uomini di sport. Poi un presidente che commercia mozzarelle di bufala, a Gorgonzola, solo per questo meriterebbe una citazione ad honorem. E proprio questa serenità ora sta portando a frutti che a prima vista potrebbero apparire esagerati, ma tali non sono.

 

Perché con gli anni Mister Albè ha creato un gruppo solido, scegliendo collaboratori, ma soprattutto calciatori, non solo in base alle proprie capacità tecniche, ma in primis alle loro qualità morali per integrarsi stagione dopo stagione in un unico nucleo di amici che giocano a pallone. Forse questo è l’esempio più lampante di progetto che mi venga in mente.

Non solo di calcio e di sport, ma di società. Ora Albè e la sua Giana stanno raccogliendo sul campo i frutti di un lavoro ventennale svolto, appunto, sul campo.

Giorno dopo giorno. Allenamento dopo allenamento.

Chiedendo ad ogni suo singolo calciatore di donare tutto se stesso in quel gruppo di uomini.

Ma non crediate che con la raggiunta del professionismo siano cambiate le cose, che il progetto sia arrivato a fine corsa.

Lo spirito che arma la squadra che porta il nome di un Alpino è sempre lo stesso, ed il passo della società è sempre di un centimetro più corto della gamba, per far si che ogni centimetro risparmiato oggi, sia un metro guadagnato domani.

 

La Giana Erminio anche in serie D si allenava di sera perché i ragazzi di giorno studiano o lavorano, o magari entrambi, e per le trasferte, anche quelle più lontane, si parte la mattina presto.

Niente ritiri, niente finti professionismi che spesso, troppo spesso, si ritrovano in queste categorie.

Anche in Serie C molti ragazzi non hanno lasciato il lavoro perché di pallone in Italia, in pochi campano, ed alcuni altri hanno dovuto fare un passo indietro nei dilettanti proprio per non perderlo quel lavoro.

Ma dalla Promozione alla LegaPro, la Giana cammina con le sue gambe, e la guida il suo mentore: Cesare Albè. Forse Alex Ferguson e Guy Roux continueranno a non conoscere Cesare Albè, ma noi siamo orgogliosi di sapere chi sia: un Uomo di Sport che dimostra giorno dopo giorno come il calcio possa regalare emozioni uniche.

 

Perché in fondo il pallone rimbalza sempre alla stessa maniera, a Manchester come ad Auxerre.

Ed anche a Gorgonzola. In piena Martesana.

Grazie al Signor Albè.

Mister Cesare Albè.

 

(Fonte: Quasirete Gazzetta.it   - Autore: Emiliano FABBRI)