“Le competenze comunicative dell’ allenatore di calcio”

Fonte: F.I.G.C. Settore Tecnico
Autore: Archimede GRAZIANI
Categoria: Formazione Tecnica
Data inserimento: 16/12/2020
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Introduzione

Quando si è trattato di dover scegliere l’argomento per la tesi finale del corso master 2011-2012 uefa pro licence, immediatamente, direi quasi per una deformazione professionale, la mia mente si è rivolta ad aspetti riguardanti la tattica, individuale piuttosto che collettiva o aspetti riguardanti le varie metodologie di lavoro analizzate, e, all’interno di questi macro argomenti andavo sempre a cadere su situazioni già sperimentate nella mia attività di allenatore di calcio.

Senza accorgermene il mio inconscio mi stava guidando verso qualcosa di conosciuto e di semplice, verso situazioni e strumenti da me utilizzati quotidianamente e che proprio per questo sentivo di poter gestire ed utilizzare al meglio per il mio compito finale, minimo sforzo, massimo risultato.

Già mi stavo accingendo a scegliere l’argomento specifico tra una rosa che avevo selezionato quando, dopo aver fatto un po’ di ordine sugli appunti e sugli argomenti toccati dal prof. Accame durante le lezioni di comunicazione, ho avuto un momento in cui mi si è accesa una lampadina nella testa, uno stop-and go, quasi una folgorazione, ma non intesa come l’effetto che viene provocato da un qualcosa che prima non conoscevo e che ora mi veniva rivelato all’improvviso, quanto, piuttosto, una presa di coscienza del mio io come uomo e come allenatore professionista.

Infatti una vera e propria scienza si apriva davanti a me con i suoi principi e le sue strutture, i suoi assiomi e le sue relazioni, sentivo emergere e completarsi quello che negli anni, in maniera empirica, e quasi artigianale, avevo vissuto, sviluppato e applicato nella mia professione di allenatore di calcio, ora però’ il tutto si mostrava e si completava in una nuova ottica, su corrette basi scientifiche, davanti a me si apriva con tutto il suo fascino il mondo della comunicazione.

Da quel momento la scienza della comunicazione è entrata prepotentemente nel mio modo di agire e pensare quotidiano, vedevo e vivevo il tutto da una punto di vista diverso, quello dello studioso, dell’uomo di cultura, del critico, dell’essere curioso e pensante, con tutti i miei limiti testavo su di me quei principi e quegli strumenti studiati a lezione e mi accorgevo che nella vita quotidiana, non solo quella professionale, tutto intorno a noi è comunicazione, dal buongiorno del barista che ci prepara il caffè, fino all’ultima nostra attività e il tutto può essere ricompreso, analizzato, capito all’interno di questa scienza, tutti comunicano con noi e noi comunichiamo con tutti, persino quando pensiamo di non farlo.

Il passo seguente è stato breve, mi sono promesso di sfruttare questo momento di incontro e di accrescimento culturale datomi dal corso master per poter comprendere, precisare e migliorare le mie competenze in materia di comunicazione da qui la tesi che mi appresterò ad esporre.

Ritengo infatti che qualsiasi sia la nostra professione e in qualunque contesto sociale ci troviamo, il tutto è un fluire continuo ed inarrestabile di comunicazioni, noi viviamo forse oggi più di ieri nell’epoca della comunicazione, l’allargamento del contesto sociale in cui viviamo, dai rapporti familiari all’interazione tra popoli e culture, la facilità con cui possiamo spostarci per cultura o lavoro, la nascita e il fulmineo sviluppo di nuovi strumenti della comunicazione, fanno si che oggi la comunicazione e la conoscenza di suoi principi, delle sue regole e degli strumenti attraverso i quali poterla utilizzare al meglio, rivesta un ruolo determinante in tutte le attività professionali e ancora a maggior ragione nella nostra professione che non possiamo mai dimenticare che, al di là di tattiche schemi e esercitazioni, è pur sempre un’ attività di gestione di risorse umane.

La figura dell’allenatore nel calcio moderno è fortemente connotata dalla sua capacità di comunicare.

Il successo o a contrario l’insuccesso di un allenatore nella sua carriera sia intesa in termini generali sia all’interno dei vari momenti che si vivono nelle singole stagioni sportive viene sempre più spesso determinato dalla capacità o dall’ incapacità dell’allenatore di calcio di avere un efficace livello comunicativo con tutti quei soggetti che a svariato titolo entrano in contatto nella gestione sportiva, in primis dai giocatori per passare poi allo staff tecnico, alla dirigenza sportiva piuttosto che alla proprietà, allo staff medico, ai tifosi, per poi finire con i temutissimi media che sempre più spesso condizionano la nostra carriera.

Visto il numero e le differenze qualitative dei soggetti con i quali un’ allenatore di calcio deve relazionarsi mi verrebbe da dire a ciascuno la sua comunicazione ed in realtà è proprio così, modi tempi e forme della comunicazione sono differenti a seconda del soggetto o del mezzo con cui l’allenatore di calcio deve confrontarsi.

Questo mio lavoro si svilupperà attorno alla figura centrale dell’allenatore come soggetto trasmittente e ricevente della comunicazione, partendo da una breve analisi sulla struttura e sui principi che attengono alla scienza della comunicazione, analizzerò le principali forme di comunicazione e concluderò il tutto con un capitolo dedicato alle competenze che un allenatore di calcio moderno dovrebbe possedere al fine di esercitare al meglio la sua professione.

La comunicazione, definizione, principi, struttura, assiomi.

1.1. Comunicare, un processo circolare.

Il termine comunicare deriva dal latino communio, che significa mettere in comune, condividere.

Partendo dalla stessa etimologia della parola dobbiamo sgombrare il campo da un equivoco di fondo; comunicare non è l’atto con il quale si trasmette un messaggio, ma è un qualcosa di più grande e complesso in cui la trasmissione del messaggio ne è solo una parte, comunicare infatti non è un processo unidirezionale bensì un processo circolare, uno scambio di messaggi dove non ha senso parlare di inizio e fine.

Infatti se dovessimo disegnare graficamente mai risulterà una linea retta, ma, in maniera più corretta, un cerchio. Comunicare non è un processo unidirezionale.

Comunicare è uno scambio continuo A e B

Comunicare è un processo circolare

Un soggetto emittente nel momento in cui decide di condividere un messaggio con un altro soggetto ricevente, ossia quando decide di instaurare una relazione ed uno scambio di cultura di qualsiasi tipo essa sia, dovrà compiere determinati passaggi ed assicurarsi che essi siano completati nella maniera più consona, il tutto al fine di poter instaurare un corretto e proficuo rapporto di comunicazione.

Schematizzando questi passaggi necessari sono:

a) decisione del comunicare un messaggio;

b) individuazione del soggetto ricevente e immediata qualifica dello stesso (lingua, livello culturale e di conoscenze, disponibilità alla comunicazione, posizione del soggetto, ecc, ecc);

c) scelta del canale di trasmissione del messaggio (aria per la voce, autostrade multimediali per una e-mail) e verifica che il canale di comunicazione sia libero;

d) codifica del messaggio e verifica che lo stesso sia adeguato al passaggio dell’informazione e comprensibile per il ricevente (distanza, rumori);

e) compilazione del messaggio;

f) trasmissione del messaggio;

g) decodifica del messaggio da parte del ricevente;

h) risposta interna e reazione al messaggio da parte del ricevente;

i) retroazione o feedback.

1.2. Definizione, soggetti ed elementi della comunicazione.

Possiamo quindi definire il comunicare come il processo con il quale si trasferiscono informazioni da una fonte di trasmissione (emittente) ad un destinatario (ricevente) attraverso l’invio di un messaggio codificato da parte dell’emittente, inviato attraverso un canale di trasmissione del messaggio, decodificato da parte del ricevente che si completa attraverso la retroazione o feedback ritornando indietro all’emittente.

 Le competenze comunicative dell’ allenatore di
calcio

Trasmittente e Ricevente sono due soggetti con pari dignità e posti sullo stesso piano, non esiste una scala di valori tra i due, entrambi rivestono la stessa importanza al fine del completamento del processo di comunicazione, inoltre, per quanto riguarda lo specifico della nostra tesi la figura dell’ allenatore di calcio si troverà in certi casi ad assumere la posizione di trasmittente in altri quella di ricevente in quanto è allo stesso tempo importante dare impulso alla comunicazione, ma anche saper ascoltare e partecipare ad un processo comunicativo iniziato da altri soggetti, anzi proprio il saper ascoltare spesso fa la differenza.

Il Trasmittente individua il o i riceventi, decodifica un messaggio assicurandosi che il codice sia conosciuto al ricevente, sceglie e individua il canale di trasmissione più idoneo, compone ed invia il messaggio, il Ricevente decodifica il messaggio in base alle proprie conoscenze del codice e a quello che ha percepito attraverso il canale di trasmissione che dovrebbe essere libero da interferenze (rumori, ridondanza, impossibilità visiva) e completa il processo di comunicazione attraverso una retroazione o feedback.

E’ proprio grazie alla retroazione o feedback che la comunicazione diventa un processo circolare, dove non ha senso parlare di inizio e di fine ed un processo che potenzialmente risulta continuo ed infinito.

Esistono diversi tipi di feedback, tutti importanti alla stessa maniera;

a) feedback di ricezione attraverso il quale il ricevente segnala la ricezione del messaggio al trasmittente;

b) di riformulazione attraverso il quale il ricevente ripete il messaggio al trasmittente allo scopo di avere conferma della propria percezione (riflessione);

c) di reazione personale attraverso il quale il ricevente informa l’emittente dell’effetto che il messaggio ha avuto in lui;

d) di reazione giudicante attraverso il quale il ricevente giudica il messaggio del trasmittente ed esprime su di esso una opinione.

1.3. Comunicazione ed informazione differenze.

Spesso si confonde l’informazione con la comunicazione, e questo è un errore che nessuno dovrebbe mai commettere e ancor meno l’allenatore di calcio nell’esercizio della sua professione.

Per delineare il concetto di informazione prendiamo a prestito la definizione di Watzlavick (1967) che definisce informazione qualsiasi evento o comportamento che modifica il valore di probabilità di comportamento di un organismo.

L’informazione, così definita, non trova necessaria collocazione all’interno di un processo di comunicazione (sta per piovere quindi devo prendere l’ombrello e non posso andare al mare) non è un processo circolare, non prevede una retroazione o un feedback, è solo un fatto o un atto che va a modificare un comportamento di un soggetto, è pur sempre vero che può essere contenuta all’interno di un processo di comunicazione (messaggio), ma è solo un elemento anche se molto importante dello stesso processo, è solo una parte di un fenomeno molto più grande per cui quando si intende comunicare non si intende solo trasferire delle informazioni ma un qualcosa di molto più ampio e complesso ossia instaurare un processo relazionale, scambiare cultura, provocare reazioni.

 

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