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Gigi Radice non se ne andrĂ mai
Di Gigi Radice non se ne sentiva parlare da tempo ed era fin troppo scontato che, quando si sarebbe tornato a farlo, non sarebbe stato per lieti eventi.
Era malato da tempo, Radice.
L’alzheimer aveva iniziato a fare il suo sporco lavoro diversi anni fa, divorandogli i ricordi con l’opera subdola che solo quella malattia sa fare.
Lo disse al mondo il figlio, Ruggero, in un’intervia a “Il Giornale”, nel 2015.
L’anestesia per un intervento all’anca aveva finito col peggiorare tutto, nonostante le immagini granata qualcosa gli smuovessero ancora, insieme alle carezze della signora Nerina, che il suo Gigi non l’ha mai abbandonato.
Come nei film, Radice ha scelto di aspettare il suo Toro.
C’era una partita da rispettare, bisognava aspettare finisse, prima di salutare tutti.
E l’intero mondo del calcio si è come bloccato.
Succede questo quando se ne vanno gli uomini veri, quelli che stimi a prescindere della tuta che indossano.
E Radice è stato trasversalmente amato e rispettato: il destino di chi parla schietto e cammina a schiena dritta.
Uomini nel calcio, piĂą che
uomini di calcio.