Tra biomeccanica e chinesiologia: ruoli importanti per lo sviluppo muscolare

Data inserimento e aggiornamento nel sito: 07/12/2011 - 30/03/2018

La chinesiologia è un'attività che viene normalmente svolta in palestra; oggigiorno si assiste ad una evoluzione della stessa disciplina, in quanto molti professionisti del settore motorio gestiscono o lavorano in studi privati.

I campi di applicazione e le potenzialità sono vaste abbracciando l'indirizzo educativo (educazione fisica nelle scuole, anche per portatori di handicap), preventivo (cinesiterapia posturale, cinesiterapia per la terza età, indicata soprattutto per la degenerazione fisiologica articolare, dell'osteopenia e della sarcopenia, ottimizzazione dei gesti tipici del fitness), formativo e/o conservativo (cinesiterapia per le patologie vertebrali adolescenziali), ricreativo (ginnastica con musica, animazione, giochi, ecc.), sportivo (preparazione ed ottimizzazione del gesto atletico, allenamento specifico, ecc.), rieducativo (recupero funzionale, algie, ecc.).

 


Autore: Jonathan PROIETTO -  Fonte: Analyzeperformance


La crescita: fase importante

Per poter mantenere la stazione eretta, i muscoli devono mantenere un’attività sufficiente per opporsi alla forza di gravità.

Sono la coordinazione motoria e la capacità propriocettiva, ordinate ed organizzate dal cervello in modo automatico, a consentire una serie di contrazioni e decontrazioni modulate, il cui scopo è la deambulazione.

I bambini, intorno ai dodici mesi di vita, muovono i primi passi con la difficoltà che tutti conosciamo.

Quando una enorme quantità di informazioni sono registrate dall’area motoria del cervello, il movimento inizia a raffinarsi.

Da quel momento, con la stessa procedura, il cervello si arricchisce di informazioni e le registra. Per questo motivo, in seguito, sarà possibile eseguire movimenti molto complessi e coordinati.

La danza acrobatica è una delle espressioni di questa complessa attività che può essere riassunta con COORDINAZIONE MOTORIA.

 

Le qualità coordinative nello sport sono fondamentali per produrre una prestazione.

Ogni articolazione possiede una libertà di movimento, espressa con la sua massima apertura e la sua intera chiusura.

L’articolazione del gomito permette l’estensione dell’avambraccio sul braccio e la sua flessione.

L’allontanamento e l’avvicinamento dei segmenti ossei, descrive un arco di circonferenza d’ampiezza variabile.

La massima ampiezza si ottiene con la massima escursione articolare. Lo spostamento condiziona il lavoro al pari della forza.

Capita in palestra di osservare esercizi realizzati in parziale escursione articolare e quindi esercizi eseguiti scorrettamente, per due motivi:

 - il primo motivo è l’eventuale limitazione meccanica;

 - Il secondo motivo contiene una spiegazione profonda, spesso legata alla personalità dell’atleta.

Limitando lo spostamento è possibile aumentare il carico, ottenendo una apparente gratificazione psicologica.

"Ho fatto 10 ripetizioni con 90 di panca".

In realtà le dieci ripetizioni eseguite senza sfruttare la piena escursione della scapolo omerale e scapolo toracica, producono un lavoro modesto.

E' un tentativo per "barare" sulle ripetizioni, con lo scopo di rendere più spettacolare una prestazione in palestra.

Il desiderio di ottenere gratificazione, carezze per i transazionalisti, stupendo i compagni d'allenamento.

In palestra, una serie di movimenti possibili per mezzo delle attrezzature, producono un lavoro muscolare.

Gli esercizi e gli strumenti sono tantissimi, le varianti pressoché infinite.

Per comprendere a fondo l’incidenza di un esercizio sull’apparato locomotore è necessario formare un CORRIDOIO

 

MENTALE

Indispensabile per individuare gli esercizi, gli accorgimenti fisiologici e le modalità d’esecuzione da consigliare ai propri allievi, nel pieno e consapevole rispetto degli obiettivi indicati.

Forza, lavoro e potenza: la biomeccanica legata alla fisica

La 2° legge di Newton descrive la forza:

F = M x a

F rappresenta la forza

M rappresenta la Massa

A rappresenta l’accellerazione.

 

In palestra l’accelerazione è minima, per questo motivo la forza in un esercizio è indicata dal massimo carico sollevato in una ripetizione massimale.

Esempio: Distensioni su panca di 100 Kg.

Per una ripetizione, eseguita con il massimo impegno in modo da non potere, in nessun caso, senza aiuto, eseguire due ripetizioni.

In queste condizioni la ripetizione sarà svolta con un avvicinamento all’isometrica nella fase critica.

Per questo motivo possiamo indicare l’accelerazione con un’unità: Sulle distensioni su panca, la forza, in questo caso, potrà essere indicata con 100 kg.

Tutte le percentuali di carico, in questo esercizio, saranno calcolate su 100, quale 100 %.

 

Il lavoro

Il concetto di lavoro presuppone sempre uno spostamento.

L = F x s. (Lavoro = Forza x Spostamento).

In palestra si realizza sempre un lavoro muscolare.

Tutti i macchinari, gli attrezzi, da quelli più semplici ai più complessi ed articolati, consentono uno spostamento. Lo spostamento di un oggetto sul quale, direttamente o indirettamente, si applica una forza produce

 

La potenza

Il lavoro può essere svolto con tempi diversi.

Una serie da dieci ripetizioni, con lo stesso carico, può essere eseguita, ad esempio, in 10, 20 o 30 secondi.

Il lavoro non cambia ma nel caso dei dieci secondi la potenza sarà tripla rispetto ai trenta e doppia in rapporto ai venti secondi.

C’è da aggiungere che il tempo di contrazione incrementa l’anossia muscolare e innesca meccanismi secondari di ipertrofia.

Per questi motivi il lavoro in palestra è pressoché sempre eseguito con lentezza.

Gli esperti sanno che quando lo sfinimento muscolare, al termine della serie, sopraggiunge, è buona norma velocizzare le ripetizioni finali, allo scopo di svuotare maggiormente il serbatoio energetico (ATP –CP).

Viene richiesta una maggiore potenza per intensificare il lavoro.

La formula della potenza è:

P = L / t (potenza = lavoro diviso tempo).