Pensare "positivo": la base della crescita calcistica

Data inserimento e aggiornamento nel sito: 30/09/2008 - 07/03/2018

Credo che l’amore più grande sia quello di chi sacrifica parte di sé per ciò che ama. Trasmettere entusiasmo ad un giovane calciatore significa creare la base su cui fondare l’apprendimento calcistico.

Accompagnare i giovani nel cammino calcistico è scelta coraggiosa e forte.

Personalmente ritengo che debbano essere riscoperti valori umani e morali che, purtroppo, la società di oggi e lo stile di vita hanno condizionato ed, in certi casi, nascosto.

Umiltà, determinazione e rispetto, educazione ed ordine sono i presupposti su cui si basa il concetto di crescita, sia dal punto di vista calcistico che umano.

Il sorriso di chi ci circonda, una buona parola, una stretta di mano spesso valgono più di cento parole.

Il giovane calciatore non va abbandonato al suo destino, ma aiutato consigliato e sostenuto, soprattutto nei momenti meno favorevoli.

Un esempio di riscaldamento tecnico-preventivo degli allievi nazionali dell'A.C. Mezzocorona


La convivenza con i compagni di squadra, “l’appartenere ad un gruppo”, da un lato costringe all’osservanza di orari, al rispetto di norme di comportamento ben codificate, dall’altro al confronto delle proprie esperienze con quelle degli altri. Inoltre, aiuta ad interiorizzare una serie di atteggiamenti positivi, indispensabili alla costruzione di una personalità equilibrata ed attenta ai valori civili ed etici.

Il Calcio è un gioco strutturato all’interno di regole ben precise, confrontarsi con esse significa capire il valore di una norma ed essere educato a rispettarla superando atteggiamenti egocentrici e prevaricatori.

In questo modo si favorisce la formazione di uno spirito tollerante in grado di confrontarsi con i diversi linguaggi e le differenti visioni della vita senza cadere nell’aggressività o nell’indifferenza.

Il gioco del Calcio aiuta, con il tempo e l’impegno assidui, a far maturare l’autodeterminazione del singolo, intesa come la capacità di assumere in piena autonomia decisioni consapevoli e responsabili.

Proprio per questo motivo se si vuole costruire “qualcosa di importante” nel Settore Giovanile si deve agire nella convinzione che, educare i giovani al gioco del Calcio, prestando attenzione ai valori che attraverso un’attività sportiva possono essere insegnati, sia un’occasione di crescita non solo fisica ed atletica, ma ancor più umana.

Far parte di una squadra, significa essere messi nelle condizioni di sviluppare e potenziare capacità che, seppur già possedute, non troverebbero modo di essere coltivate se non sorrette da un’attenzione e da un aiuto continui e progettati con serietà e competenza all’interno di strutture adeguate.

 

La coerenza e la collaborazione, tra società ed allenatori e soprattutto tra i tecnici stessi, non debbono mai mancare, anche perché si creerebbero sin dall’inizio delle negatività che condizionerebbero di gran lunga l’intero Settore.

Troppo facile puntare il dito verso qualcosa e verso qualcuno senza analizzare e capire il perché di certe situazioni e di certe scelte.

Ogni giorno difficoltà e responsabilità incombono su coloro che devono rapportarsi con i meccanismi di crescita di un adolescente sottoposto di continuo a sollecitazioni agonistiche e competitive.

Proprio per questo motivo ci deve essere un agire responsabile che fa perno sul valore base e prioritario dello sviluppo globale ed armonico della personalità dell’individuo e non soltanto la parziale presa in considerazione delle doti calcistiche, questo al fine di evitare che i delicatissimi meccanismi di crescita psico fisica, tipici dell’adolescenza, possano subire deviazioni o traumi.

Occorre, pertanto, massima attenzione alle varie metodiche di lavoro rispettando dignità e valore della persona secondo una progressione operativa.

L’acquisizione delle abilità di base come coordinazione e fondamentali tecnici prima di tutto per poi arrivare ad esercizi di completamento specifici, in grado di garantire una preparazione completa ed organica.

La società, credo e ne sono fermamente convinto, non deve vivere passivamente l’intero movimento Giovanile, ma rendersi parte attiva, cercando di trasmettere importanza e fiducia sia ai tecnici e soprattutto ai giovani, veri “protagonisti” del domani. 

 

Leggere il "particolare"

Alla base del gioco del calcio, credo fermamente alla necessità di riscoprire la cura del “particolare”.

Sono le piccole cose, infatti, che all’apparenza sembrano di poco valore, ma in realtà sono il presupposto principale su cui fondare un apprendimento forte e duraturo dove poggia tutto il sapere calcistico di un giovane.

In secondo luogo, reputo altresì indispensabile favorire lo sviluppo di una “mente pensante”, che sappia leggere in modo autonomo le varie problematiche e celermente ponga la risoluzione più appropriata. Pertanto, ritengo basilare, nel lavoro quotidiano, privilegiare situazioni (quali 1>1, 2>2, 3>3, …) dove sono racchiusi tutti i concetti di gioco.

Un altro aspetto particolarmente importante da non sottovalutare credo sia adottare una progressione didattica.

Esercitarsi in modo graduale dal facile al difficile abitua alla razionalità e ad ottenere un buon grado di autonomia. Riscoprire il gusto del “gioco” significa tranquillità, significa libera espressione … fantasia.

Purtroppo, il calcio moderno con i suoi tatticismi, a volte esasperati, ha portato ad avere fretta, tralasciando spesso particolari importanti.

Come in un “progetto di una casa” non si da niente per scontato, così dovrebbe essere per il giovane calciatore. Il calcio non è una scienza esatta, ma più si fanno le cose con attenzione e più c’è possibilità che riescano.

La fretta porta ad essere superficiali, a sottovalutare o tralasciare concetti che a volte sono indispensabili per progredire. Avere la convinzione di vedere e vivere le cose in ogni momento, rendersi responsabili ed attenti “osservatori”, garantirebbe al giovane sicurezza ed autostima

 

… ”non sono le grandi vele a spingere la nave, ma un vento invisibile!” (M.DIXON).

 


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