Coordinazione: si parte dalle catene muscolari

Data inserimento e aggiornamento nel sito: 19/10/2010 - 30/03/2018

Premessa

Per tutti noi preparatori atletici, l’obiettivo è quello di realizzare il migliore sviluppo della coordinazione intramuscolare ed intermuscolare, al fine di comprendere quali strumenti di muscolazione siano più convenienti da utilizzare per usufruire dei vantaggi che derivano dall’attività con i sovraccarichi, è necessario soffermarci ed analizzare come si sviluppa la meccanica muscolare durante l’azione di corsa.

La corsa si attua alternando, per ogni arto, un’azione di volo e una di appoggio ‐ spinta. La prima si concretizza attraverso una catena cinetica aperta (con il piede sollevato dal suolo), la seconda si concretizza con una catena cinetica chiusa (con il piede a contatto con il terreno).

Nella catena cinetica aperta, i punti d’inserzione muscolare si avvicinano, sui vari segmenti dell’arto in volo.

Per questo ultimo pensiero vi illustrerò solo l’azione di determinati muscoli che giustificano questa mia argomentazione.

 


Autore: Jonathan PROIETTO -  Fonte: Analyzeperformance


Azioni dei muscoli ischiocrurali

Estendono: la coscia sul bacino e l’articolazione coxo‐femorale ruota insensio orario

Flettono: la gamba sul femore e l’articolazione del ginocchio ruota in senso orario.

 

Azione del muscolo tricipite surale

Flette: la gamba sulla coscia; l’articolazione del ginocchio ruota in senso orario

Flette: il piede plantarmente; la caviglia ruota in senso orario.

 

Azione del muscolo retto femorale

Flette: la coscia sul bacino; l’articolazione coxo‐femorale ruota in senso antiorario

Estende: la gamba sulla coscia; l’articolazione del ginocchio ruota in senso antiorario.

 

Catene muscolari

Appena il piede dell’arto arretrato lascia il terreno, terminata la fase di spinta, i muscoli posteriori della coscia flettono il ginocchio mentre il quadricipite viene stirato in maniera passiva.

Allo stesso modo, qualche attimo prima dell’appoggio a terra del piede avanzato, il retto femorale flette il femore sul bacino ed estende il ginocchio, determinando uno stiramento passivo dei muscoli posteriori della coscia.

Questo fenomeno, come precedentemente trattato e specificato negli anni passati, nelle varie metodologie di allenamento, in cui alla tensione di un muscolo si associa il rilassamento dell’antagonista, è indicato come: avvicendamento concorrente.

Al termine quindi dell’azione di volo, la coordinazione intermuscolare fra quadricipite e bicipite femorale gioca un ruolo determinante nella causa di eventuali infortuni ai muscoli posteriori della coscia.

Se al momento del contatto al suolo dell’arto anteriore il bacino è arretrato rispetto alla verticale del punto di appoggio, il muscolo retto femorale tarda a cedere per permettere il piegamento del ginocchio e ammortizzare l’impatto con il terreno.

Di conseguenza il bacino rimane in antiversione e lo stiramento eccessivo , con la contemporanea tensione in regime eccentrico del bicipite femorale, può determinare il rischio di una lesione. Appare ovvio, che un,azione efficace dei muscoli biarticolari in fase di volo (catena cinetica aperta) comporta una coordinazione intermuscolare perfetta.

 

A tale scopo conosciamo o prontamente introduciamo nei parametri di allenamento, esercitazioni più proficue per velocizzare movimenti dell’arto in volo, quali ad esempio:

‐ skip bassi

‐ varie andatura quali calciata dietro o corsa balzata con susseguente flessioni o estensioni dell’arto anteriore.

‐ vari tipi di balzi.

 

Personalmente introduco quasi spesso nei miei lavori durante il microciclo di allenamento, a scopo preventivo ma anche di messa in moto.

Nel calcio spesso queste sollecitazioni devono essere ricorrenti, guidano e mettono in atto quello che è l’azione sintetica che “riunisce” in senso coordinativo l’azione a ginocchia alte con la corsa calciata dietro ad esempio.

Nella catena cinetica chiusa, l’attività neuromotoria cambia completamente cambia completamente, come sostenevano i precedenti studi e test scientifici effettuati nel passato.

Dal punto di vista coordinativo i muscoli retto‐femorale, bicipite femorale e semimembranoso, si comportano in modo anomalo.

 

Nella fase di appoggio infatti i muscoli posteriori della coscia non agiscono da antagonisti al quadricipite, come nella fase di volo in cui uno si contrae e l’altro si decontrae, ma da sinergici, concorrendo, contraendosi attivamente, all’estensione del ginocchio.

Nella fase di spinta il fenomeno di cui parliamo si accentua.

La contrazione contemporanea del quadricipite, dei muscoli ischiocrurali e del tricipite surale, determina l’antiversione de bacino (che ruota in senso orario), l’estensione del ginocchio (che ruota in senso antiorario) e la flessione plantare del piede, la cui caviglia ruota in senso orario.

Tale fenomeno venne indicato come: avvicendamento controcorrente.