Medicina e Psicologia Sportiva | Matteo SIMONE | Psicologiadellosport.net
  Le difficoltà di uno sportivo prima o durante una competizione

 


 

 

Può succedere che prima dell’inizio di una competizione sportiva o in un momento decisivo come può essere un canestro o un rigore, l’atleta possa avere delle sensazioni che ritiene negative: spiacevoli, disturbanti, di ansia eccessiva, di troppa tensione, di paura, di blocco.

 

Queste sensazioni possono derivare da diverse cause consce o inconsce.

Ad esempio, l’atleta può competere con atleti ritenuti più forti di lui, può competere dopo un periodo di infortunio e non sentirsi sicuro di esprimersi in una prestazione eccellente, può sentire le pressioni di alcune figure del suo staff o di persone per lui ritenute importanti.

 

Cosa può fare lo psicologo in questi casi?

Certo non ha la bacchetta magica, non ha la medicina giusta, può attuare degli interventi che comunque devono essere personalizzati e seguire un percorso graduale che si può definire allenamento mentale.

 

Lo psicologo può proporre delle metodologie o tecniche acquisite nel corso della sua formazione ed esperienza lavorativa. Può invitare l’atleta innanzitutto a prestare attenzione alle sue sensazioni, ad esempio l’atleta può prestare attenzione a come è la sua respirazione e può, ad esempio provare a fare una respirazione profonda abbinando una visualizzazione che possa aiutarlo a mandar via parte di ansia non funzionale ma in eccesso e quindi disturbante.

 

La visualizzazione potrebbe riguardare una prestazione del passato che l’abbia dato un senso di benessere derivante da una vittoria, piazzamento, record personale, ecc., oppure può visualizzare qualcuno che l’abbia incoraggiato in passato dicendogli delle parole o una frase che gli ha suscitato sicurezza, voglia di stravincere.

 

La giusta modulazione tra respirazione e visualizzazione può far parte dell’allenamento mentale da provare durante gli allenamenti alla ricerca di un attivazione pre gara ottimale che possa proiettare l’atleta in una esperienza di flusso (flow) per ottenere una peak performance.

 

Altro suggerimento è il credere in quello che si fa, essere convinti di quello che si fa, e ancora più importante mostrare di essere convinti quando si parla con gli altri, è importante trasmettere sicurezza di se stessi anche agli altri, perché se agli altri viene detto di non essere in forma, di non aver potuto fare il massimo nella preparazione, si rischia di far credere a se stessi di questo ed è più facile il fallimento.

 

Inoltre, considerare di più le parti di tutto il proprio organismo e cercare di instaurare un dialogo con loro, trovare dei compromessi, fare dei patti, proporre degli scambi, per esempio alle proprie gambe e piedi si potrebbe provare a chiedere di fare uno sforzo estremo per quella giornata importante promettendo un meritato riposo o un massaggio successivamente.

 

Questi suggerimenti non costano niente, sono semplicemente delle proposte di piccoli cambiamenti che a qualcuno potrebbe essere utile, potrebbe fruttare una migliore prestazione con una maggiore consapevolezza. Potrebbe essere anche una semplice occasione per divertirsi con se stessi, certo andrebbero personalizzate per ottenere il massimo risultato possibile.

 

 


Autore: Matteo SIMONE Esperto in psicologia dello sport, nel trattamento dei traumi (EMDR) 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Data inserimento nel sito: 11/10/2016