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Una mia settimana di allenamento

Una caratteristica fondamentale dell’allenatore nel calcio giovanile dilettanti (e molto spesso anche in quello professionista) è la capacità di adattamento: adattarsi al numero di calciatori presenti all’allenamento, adattarsi agli spazi a disposizione (spesso limitati), adattarsi alle strutture e al materiale che fornisce la società in cui si lavora, ecc.

Oltre a tutto questo, comunque, l’allenatore deve cercare di sviluppare e migliorare le qualità individuali dei giocatori, preparandoli al calcio dei grandi, e allo stesso tempo creare un’identità di squadra con il gruppo a disposizione. Quest’anno ho avuto l’opportunità di lavorare con una squadra di juniores nazionali.

Nonostante il campionato sia abbastanza prestigioso (basti pensare alla presenza della terna arbitrale), con la società è stato deciso di effettuare tre allenamenti settimanali – lunedì, mercoledì e giovedì, con partita al sabato – per vari motivi che non sto a precisare. Gli spazi per l’allenamento variano:

 

-il lunedì abbiamo a disposizione un’intero campo sintetico a 11; -il mercoledì abbiamo per circa un’ora e un quarto un campo sintetico di calcio a 7 e per mezz’ora il campo a 11 da dividere con la categoria allievi A (disputiamo quasi sempre una partita amichevole); -il giovedì abbiamo per circa un’ora un campo sintetico di calcio a 7 e per la successiva ora metà campo sintetico a 11.

 


 

Come si potrà vedere continuando a leggere, le mie proposte di allenamento non prevedono una parte a secco. Per scelta personale, con l’allenamento cerco di simulare tutte le situazioni di gioco che ritroveremo in partita: il mio obiettivo è quello di allenare il processo decisionale dei giocatori all’interno di un modello di gioco chiaro.

Qual’è questo modello di gioco?

In fase di possesso palla, il nostro principio di gioco generale lo definisco “palla avanti – palla dietro – palla nello spazio”. In questa fase cerchiamo di sviluppare un gioco verticale, cercando di andare velocemente a giocare palla sulla punta (o su una delle due punte visto che durante la stagione sto alternando 4-3-3 e 4-4-2); in linea generale, la mia richiesta per la punta è quella di scaricare palla sui centrocampisti i quali la giocheranno in profondità o centralmente su una punta o su un interno di centrocampo o, preferibilmente, in ampiezza su una delle due ali (che giocano a piede omologo cercando spesso il cross dal fondo).

Dopo lo scarico della palla, la richiesta per la punta è quella di effettuare un movimento in attacco di profondità fuori-linea per attaccare alle spalle del centrale di difesa più lontano dalla zona palla. Durante la fase di costruzione, chiedo all’interno di centrocampo in zona palla di alzarsi sia per garantire un eventuale passaggio tra le linee sia per liberare una linea di passaggio per il mediano basso (o per l’altro centrocampista se giochiamo con il 4-4-2).

Sempre in linea generale, la mia richiesta per i terzini è quella di non spingersi eccessivamente in avanti e, soprattutto, di non farlo entrambi nella stessa azione: dobbiamo rimanere sempre con una linea di difesa composta da almeno tre giocatori (che durante la fase di possesso si dispongono in marcature preventive). Con palla al portiere, andiamo sempre al rinvio lungo su una punta che si sposta esternamente. Ho optato per questa soluzione dopo aver provato durante il precampionato l’inizio azione corta: viste le difficoltà, ci siamo accorti che questo tipo di giocata non era nelle nostre corde.

 


 

In fase di non possesso palla, abbiamo due principi di gioco:

1) pressing intermedio ma aggressivo, con riferimento la linea di centrocampo (a inizio stagione adottavamo un pressing ultraoffensivo, ma, valutando meglio le caratteristiche dei giocatori, ho fatto la scelta di cercare un recupero palla più basso);

2) difesa di reparto che lavora esclusivamente sulla palla. In fase di non possesso, chiedo alla squadra di abbassarsi con tutti gli effettivi, eccetto attaccante/i centrale/i, sulla linea di metà campo e di muoversi in modo coordinato e rapido in funzione degli spostamenti della palla: su possesso basso degli avversari, chiedo ai centrocampisti di essere molto stretti e di chiudere tutti gli spazi interni (così da togliere eventuali passaggi appoggiati tra le linee dei nostri avversari), mentre i difensori devono stringere leggermente meno per coprire meglio il campo ed arrivare con i tempi giusti su un eventuale cambio gioco in profondità (in ogni caso, il riferimento per i difensori è l’imbuto difensivo).

Con la difesa ho effettuato un lungo lavoro sull’elastico difensivo, leggendo la palla coperta e scoperta. La difesa, infatti, al fine di togliere profondità agli avversari, dovrà scalare in avanti su palla coperta, mentre dovrà indietreggiare, riducendo lo spazio alle proprie spalle, su palla scoperta con tutti i suoi effettivi.

Alla lettura di questa situazione di gioco si collega in maniera automatica (ma non ricercata) l’utilizzo della tattica del fuorigioco. Condizione indispensabile per l’efficacia di questa azione difensiva è la pressione sulla palla, in quanto, nel calcio moderno, con le nuove regole che favoriscono sempre più la fase di possesso palla, ritengo impensabile salire con la difesa per applicare il fuorigioco su palla scoperta. Per questo motivo è di fondamentale importanza saper leggere la palla coperta/scoperta. Le condizioni di palla coperta che abbiamo codificato sono:

 

1) quando un avversario riceve con spalle girate alla propria porta; quando la palla è giocata all’indietro;

 

2) quando la palla è in aria; quando l’avversario, ricevendo palla, esegue uno stop impreciso che gli fa perdere tempo;

 

3) quando l’avversario guida la palla e il piede d’appoggio è distante dalla palla stessa;

 

4) quando la palla è in movimento per un passaggio lento e lungo (la palla impiega molto tempo ad arrivare).

 


 

Il concetto base è semplice: la condizione di palla scoperta è la morte della nostra difesa.

Questo concetto deve essere ben chiaro ai centrocampisti, che devono quindi essere consapevoli di quanto sia importante il lavoro di pressione/pressing. La situazione di palla scoperta l’abbiamo così codificata: in linea generale si scappa; si spacca la linea in soli due casi, o nel momento in cui siamo arrivati negli ultimi 25 metri di campo (prima scappo all’interno dell’imbuto difensivo, arrivato a 25 metri dalla linea di fondo un difensore esce in attacco palla) o quando la palla viene coperta da un nostro compagno in pressione (in questo caso il difensore può seguire il movimento incontro dell’attaccante, anche se tutta la linea deve fare l’elastico difensivo in avanti).

Il motivo di questa scelta è presto detto: in situazione di palla scoperta, seguire il movimento incontro di un attaccante comporterebbe la creazione di uno spazio libero facilmente attaccabile dagli avversari.

Optando per questa scelta, il rischio è quello di far ricevere gli avversari tra le linee: è fondamentale quindi che tutta la squadra sappia leggere la situazione e sia in grado di rimanere sempre corta.

Per riepilogare in modo più sintetico:

 – con palla scoperta la difesa gioca di reparto, predilige la copertura della profondità e non segue gli avversari che si muovono incontro per ricevere tra le linee;

 – con palla scoperta, i difensori si muovono in attacco palla solo nel momento in cui viene effettuato il passaggio;

 – con palla laterale, pur essendo all’interno dell’area di rigore, la linea continua ad avere come primo riferimento la palla; disposizione in diagonale negativa se non vi sono avversari che attaccano il secondo palo, altrimenti l’ultimo difensore si abbassa in copertura della zona del secondo palo.

Ultime due codifiche della fase di non possesso:

 – quando un avversario avanza palla al piede tra terzino e centrale, esce in attacco palla il difensore centrale;

– per quanto riguarda i raddoppi su esterno, non deve mai uscire un centrale di difesa (con un terzino in attacco palla gli altri tre difensori devono presidiare tassativamente l’imbuto difensivo);

il raddoppio deve essere portato da un esterno o dalla mezzala o, in ultima alternativa, dal mediano basso; qualora non si riesca a portare il raddoppio di contrasto perché siamo posizionati male in campo (magari gli avversari sono partiti in contropiede), l’obiettivo è quello di temporeggiare il più possibile ritardando il duello individuale con l’avversario per far rientrare i nostri compagni.

 


 

Per quanto riguarda le transizioni:

 - quando perdiamo palla il nostro obiettivo è eseguire un’immediata pressione in zona palla per impedire agli avversari di partire in contropiede;

 - quando conquistiamo palla il nostro obiettivo è ricercare velocemente una giocata in verticale o su una punta o, se gli avversari non sono ben posizionati, diretta in profondità su un esterno di attacco.

Dopo questa lunga introduzione, andiamo a vedere le mie proposte di allenamento. Ma solo dopo aver fatto un’ultima precisazione: se le proposte possono risultare banali, personalmente ritengo che debba essere il mio contributo durante lo sviluppo dell’allenamento a far sì che passino e che si sviluppino i nostri principi di gioco.

Proprio per questo sono fondamentali, a mio avviso, le indicazioni e le correzioni che faccio durante le varie esercitazioni.

 


 

Lunedì

1: Visto che nell’ultima partita avevamo riscontrato grossa difficoltà nell’effettuare cross precisi da poter essere finalizzati, ho strutturato un riscaldamento tecnico-tattico con l’obiettivo di mandare al cross gli esterni (attaccanti esterni e terzini) dopo aver giocato palla avanti-palla dietro-palla nello spazio con l’attaccante. L’esercitazione inizia con un giropalla tra le due mezz’ali e i due esterni, al fischio la punta effettua un contro-movimento lungo-corto e va a ricevere palla scaricandola il più velocemente possibile per una mezz’ala che gioca un passaggio profondo in ampiezza per un esterno. L’attaccante attacca il primo palo facendo un contro-movimento fuori linea (serve per non permettere al difensore avversario di guardare sia la palla che l’attaccante), l’attaccante esterno opposto attacca il secondo palo, la mezz’ala opposta attacca la zona tra il limite dell’area e il dischetto.

 
 

 


2: Nonostante nell’ultima partita si sia difeso abbastanza bene seguendo i nostri principi (ho riscontrato solo alcune difficoltà nell’elastico difensivo nel momento in cui la palla è coperta e la difesa deve recuperare metri in avanti), abbiamo sviluppato l’esercitazione tattica consueta che ci permette di allenare la nostra fase di possesso e la transizione positiva. L’esercitazione inizia con il giropalla dei giocatori bianconeri, che utilizzano tre attaccanti centrali e due attaccanti esterni (aumento le difficoltà per la difesa, che, giocando di reparto, deve essere pronta a difendere anche attacchi portati da molti uomini); l’obiettivo dei giocatori bianconeri è fare gol. Agli attaccanti bianconeri chiedo di attaccare la profondità e di cercare di prendere palla tra le linee. I giocatori rossi devono muoversi in funzione della palla e cercare l’immediata riconquista appena i bianconeri entrano nella nostra metà campo (casa nostra).

 
 

 

Una volta riconquistata palla i giocatori bianconeri diventano passivi, i giocatori rossi hanno 8 secondi per giocare palla sulla punta, accorciare per ricevere lo scarico ed andare ad attaccare la profondità per fare gol. Durante l’esercitazione io mi posiziono in linea con i difensori, stimolandoli ad accorciare in avanti quando la palla è coperta. Il mio comportamento durante questa fase è molto attivo: correggo qualsiasi lettura errata, che può essere relativa sia ad una copertura della profondità in ritardo, sia ad una difesa sbagliata di una sovrapposizione o di un uno-due, ecc.


Mercoledì

1: Nel riscaldamento del secondo giorno ho sviluppato un’esercitazione tecnico-tattica, con l’obiettivo principale di curare le posture dei difensori (sempre orientate verso l’interno) e lo smarcamento in zona luce dei giocatori sui settori esterni.

Ho inserito due settori centrali con 4 giocatori a settore, e due esterni con 1 giocatore.

Partono con il possesso i 4 giocatori di un settore centrale che devono riuscire a passare il pallone al settore esterno opposto: si ottiene due punti giocando un filtrante che taglia il blocco di 4 giocatori avversario, 1 punto se il passaggio passa esternamente.

 
 

 


2: Successivamente ho sviluppato una nostra classica esercitazione per allenare il nostro principio principale della fase di possesso palla (palla avanti – palla dietro – palla nello spazio) e, ovviamente, gli attacchi della profondità da parte prevalentemente dei tre giocatori offensivi e delle due mezzali. Questa esercitazione è molto utile per allenare i difensori alla lettura della palla coperta/scoperta e a lavorare nella copertura della profondità. L’esercitazione è molto semplice: si gioca all’interno del campo tracciato, nei due settori esterni possono entrare solo i giocatori in fase di possesso scegliendo il giusto timing (se si trovano oltre la linea nera prima del passaggio il punto non viene assegnato), si ottiene punto solo se si è giocato il passaggio in profondità dopo uno scambio palla avanti – palla dietro e se il ricevente controlla palla prima della linea bianca (ai giocatori chiedo sempre di andare alla conclusione, anche se non sempre inserisco delle porticine).

 
 

 

 


 

3: La terza esercitazione prevedeva dei semplici 1c1 in campo aperto, sia da posizione centrale che defilata, per allenare le abilità difensive individuali. Avendo notato lacune in tal senso nei miei giocatori, ho deciso di lavorare quasi tutte le settimane su questo aspetto. L’esercitazione inizia con un rinvio del portiere (così alleniamo anche la precisione di calcio del portiere su rinvio dal fondo); il difensore deve accorciare immediatamente sull’attaccante per guadagnare più campo possibile e poi giocarsi il duello individuale più lontano possibile dalla propria porta. Queste le mie indicazioni:

 

 - il difendente affronta l’offendente in posizione antero -posteriore;

 - il difendente affronta l’offendente con la sua stessa direzione di corsa;

 - il difendente si mette in una posizione laterale rispetto alla direzione di corsa dell’offendente, con il piede posteriore (lato forte) in linea con la palla cercando quindi di chiudere gli spazi sul lato debole all’avversario;  - il difendente effettua finte di intervento sulla palla per alterare tempo e spazio all’avversario;

- il difendente mantiene gli occhi sempre sul pallone; il difendente attende il primo movimento dell’offendente;

- il difendente deve intervenire quando l’attaccante scopre il pallone oppure quando si allunga palla;

- il difendente deve avere appoggi leggeri e talloni scarichi; la risalita del difendente deve essere fatta con una corsa continua laterale, di fianco, dando sempre il fronte alla palla.

 
 

 

4: A seguire abbiamo disputato 30 minuti di amichevole contro la squadra allievi

 


 


Giovedì

1: Nel riscaldamento del terzo giorno ho sviluppato un esercizio tecnico che stimola giocate proprie del nostro principio di gioco principale della fase di possesso: giocare palla avanti – palla dietro. Durante questo esercizio ritengo importante stimolare i ragazzi, chiedendo massima concentrazione e massima cura dei particolare. Ritengo molto importante che durante questo esercizio i passaggi vengano sempre effettuati in modo deciso, mettendo anche in difficoltà il ricevente, il quale deve decidere se preferibile controllare palla o giocarla di prima intenzione.

 
 

 


2: Dopo il riscaldamento tecnico, ho sviluppato un possesso in posizione 11c4. La squadra rossa ha l’obiettivo di totalizzare sette passaggi: è fondamentale in questa esercitazione effettuare un buon gioco di posizione, mantenendo le zone di competenza ed effettuando smarcamenti di pochi metri utili a garantire linee di passaggio. I giocatori in non possesso hanno come obiettivo la riconquista della palla finalizzata alla conclusione in una delle 5 porticine posizionate sugli esterni del campo. Dopo aver perso palla, per evitare di subire gol, i giocatori rossi devono effettuare un’immediata transizione negativa attraverso un’aggressiva pressione in zona palla.

 
 

 

3: A seguire abbiamo sviluppato una classica esercitazione per allenare la fase di non possesso. L’obiettivo dei centrocampisti, come più volte specificato, è quello di coprire più palloni possibile attraverso una costante pressione e di rimanere stretti per chiudere gli spazi e non concedere passaggi appoggiati su una punta che si muove incontro. L’obiettivo dei difensori è quello di lavorare di reparto rapportandosi esclusivamente con la palla. Essendo giovedì (con partita al sabato), questa esercitazione viene sviluppata in modo discontinuo: quando i rossi riconquistano palla l’esercitazione riparte con il rinvio del portiere su uno dei giocatori avversari.

 
 

 

4: Per concludere ho fatto eseguire ai ragazzi un esercizio per la cura degli appoggi e della corsa fronte-palla. I giocatori partono dal birillo giallo. Io chiamo il numero della colonna, il numero della fila e il colore del birillo su cui il difensore deve rientrare (es. terza colonna, terza fila, giallo). Il giocatore effettua uno scatto sul pallone indicato, effettua un arresto sul pallone con appoggi leggeri e mai paralleli, rientra sul birillo indicato (giallo, verde o blu) guardando sempre il birillo arancione (ovvero il pallone).

 
 

 

 


Fonte: Renato MONTAGNOLO 
Data inserimento nel sito: 05.01.2016