Organizzazione Tattica |  Massimiliano ALLEGRI | Fonte: Tesi Master Settore Tecnico
 

Caratteristiche dei tre centrocampisti in un centrocampo a tre

Massimiliano ALLEGRI

 

3. Il 4-3-3 con vertice basso

Di seguito esporrò quali siano, a mio avviso, i vantaggi del 4-3-3 con vertice basso quando la squadra è in possesso di palla, rispetto al 4-3-3 con vertice alto.

 

Se si gioca con il vertice basso di centrocampo e due interni, si hanno molte più soluzioni offensive (un maggior numero di uomini oltre la palla) e sono più spedite le ripartenze una volta conquistata la palla, in quanto ci sono molto maggiori possibilità di effettuare degli inserimenti, sia centrali che laterali, con i due interni.

 

Vediamo insieme alcuni esempi, facendo riferimento alla legenda esposta sopra:

1) Obiettivo: inserimento dell’esterno dalla parte opposta a quella dove si trova la palla e dell’interno di centrocampo opposto al luogo da dove proviene l’ultimo passaggio

Palla al N° 7 che la gioca in diagonale sul N° 9 che a sua volta la scarica indietro per il N° 10 che manda alla conclusione o il N° 8 o il N° 11 che si sono inseriti da dietro senza palla.

 

 

2) Obiettivo: Obiettivo: fare arrivare alla conclusione il N° 10 stesso o l’interno e l’esterno dalla parte opposta al luogo da dove proviene l’ultimo passaggio

 

Palla al N° 11 che, dopo il controllo, la gioca sul N° 9 che chiude il triangolo col N° 10 inseritosi senza palla.

 

Con l’inserimento dalla parte opposta del N° 7 e del N° 8, il N° 10, a seconda delle circostanze, può arrivare alla conclusione lui stesso o appoggiare dietro per il N° 7 o il N° 8.

 

3) Palla al N° 2 che la gioca sul N° 4 che a sua volta la gioca in verticale sul N° 9, che a questo punto ha a sua disposizione tre soluzioni:

 

3a: Obiettivo: mandare direttamente in goal il N° 8:

3a: obiettivo: scaricare la palla sul N° 7 che può mandare al cross il N° 8;

3b: obiettivo: verticalizzare per il N° 10 o il N° 11;

 

Allo stesso tempo il N° 2, il N° 3, il N° 5, il N° 6 e il N° 4, insieme al N° 7 quando non è chiamato direttamente in causa, accompagnano l’azione; tutto questo però rimanendo sempre dietro le linea della palla in modo da poter coprire eventuali ripartenze della squadra avversaria.

 

Adottando questo sistema di gioco vengono chiamati in causa, per lo sviluppo dell’azione offensiva, i tre uomini d’attacco più, a turno, uno dei due interni di centrocampo, mentre i quattro difensori e il centrocampista centrale, come ho detto sopra, rimangono sempre (o quasi) dietro la linea della palla.

 

I terzini vengono chiamati in causa per lo sviluppo dell’azione solo quando questa parte dal basso, i loro inserimenti mediante sovrapposizione rimangono comunque poco frequenti.

Sicuramente occorre un tempo relativamente lungo per riuscire trovare l’equilibrio nella parte centrale del campo, zona nevralgica per lo sviluppo di ogni azione, sia offensiva che difensiva; i due interni di centrocampo, infatti, devono sapersi coordinare nell’alternarsi negli inserimenti offensivi per non lasciare da solo il centrocampista centrale a presidiare la metà campo.

 


 

4. Il 4-3-3 con vertice alto

Questo modulo, con caratteristiche più difensive rispetto al 4-3-3 con vertice basso, offre evidentemente maggiori garanzie ed equilibrio nelle retrovie, perché i due mediani, N° 4 e N° 8, rimanendo prevalentemente bloccati davanti alla linea difensiva a quattro, garantiscono sempre una buona copertura.

 

In questo caso, però, potendo utilizzare un minor numero di soluzioni offensive servendosi dei centrocampisti, spesso occorre chiamare in causa e far partecipare al gioco offensivo alternativamente uno dei due terzini.

 

Sembra evidente che questo modulo risulterà più efficace quando si deve attaccare una squadra chiusa: dato che i due esterni si abbassano per sostenere l’inizio dell’azione offensiva, gli uomini della difesa hanno davanti a sé un doppio appoggio che può aprire maggiori opportunità di penetrare o aggirare una difesa chiusa. Vediamo insieme alcune soluzioni possibili:

 

1) Obiettivo: costruire l’azione da un lato per fare entrare sul fondo il terzino opposto che può così effettuare il cross:

 

3) Obiettivo: mandare al tiro i due esterni

Palla al N° 2 che la gioca lunga al N° 9 che si abbassa, il N° 10 va in appoggio, riceve, e in seguito manda dentro in verticale o il N° 7 o il N° 11.

 

4) Obiettivo: preparare l’inserimento all’esterno del N° 3

 

Palla al N° 5 che la gioca sul N° 7 che dall’esterno scende ad incontrarlo e la gioca sul N° 4 che avanza verso il centrocampo;

il N° 4, ricevuta la palla, la gioca sul N° 11 che, entrando nel campo, crea spazio per l’inserimento del N° 3, il N° 11 gioca la palla sul N° 8, che manda al cross il N° 3 che nel frattempo è avanzato sulla fascia sinistra.

Il N° 9, il N° 10 e il N° 7 si preparano a ricevere il cross, mentre il N° 11 rimane fuori area.


  Introduzione

2.1 Triangolo con il vertice basso

2.2 Triangolo con il vertice alto


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Autore: Massimiliano ALLEGRI | Fonte: Tesi Master Settore Tecnico
Data inserimento e aggiornamento nel sito: 20/12/2012 - 07/12/2016

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