Settore Giovanile | Enrico BATTISTI | 1° Clinic Sersport

Le collaborazioni a 3 e 4 giocatori attraverso l’utilizzo delle figure geometriche nella fase offensiva

Enrico BATTISTI

 

Metodologia

C’è la strada sempre molto trafficata, senza vigile ne semaforo, dall’altra parte, la scuola.

Ogni mattina il problema è sempre il solito, ossia attraversare la strada per essere in aula prima del suono della campanella.

Il genitore indaffarato, perennemente in ritardo, sicuramente opterà per uno di questi due metodi:

 

1. prenderà per mano il figlio e quando sarà il momento, strattonandolo con più o meno forza, lo accompagnerà dall’altra parte

2. considerando che alcuni non hanno nemmeno tempo di attraversare la strada, quando sarà il momento, grideranno più o meno energicamente: “ora, vai, vai, vai veloce” accompagnando con lo sguardo il bambino che attraversa da solo, come un piccolo robot che esegue gli ordini.

 

In entrambi i casi, nessuno dei due bambini, riuscirà ad attraversare la strada senza l’aiuto esterno dell’adulto, nessuno dei due può considerarsi autonomo e consapevole di ciò che sta facendo, perché non gli sono stati forniti i parametri, le “chiavi”, per poter risolvere il problema da solo.

Il genitore/allenatore che non ha fretta, quello che pensa a lungo termine, non si preoccuperà di risolvere subito il problema, ma cercherà di fornire gli strumenti affinchè il bambino possa agire in maniera autonoma. Attraverserà la strada con lui camminando, chiederà poi quanto tempo ci si impiega per farlo, subito dopo ripeterà l’azione correndo …

Ora il bambino è consapevole del tempo che occorre per attraversare la strada. Un altro aspetto importante riguarda capire quanto deve essere lontano l’automobile affinchè si possa attraversare senza rischi.

 

Solo ora si potrebbe prendere un punto di riferimento (un paletto, una casa, un segnale stradale ecc.) posto ad una certa distanza e chiedere al bambino di contare quanto tempo impiega l’automobile a raggiungere le strisce pedonali.

Quanto ha impiegato l’automobile ad arrivare fin qui?

Di quanto tempo hai bisogno tu per attraversare la strada se cammini? E se corri? Utilizzi più o meno tempo? Quando potresti attraversare in sicurezza? Dopo tutta questa serie di riflessioni, fondamentali per aver acquisito dei parametri, sarà necessario trasferire questi apprendimenti in situazione.

Poiché in questo esempio non ci è permesso sbagliare, cosa potremmo fare per far scegliere il bambino senza intervenire e senza rischiare nulla? Potremmo prenderlo per mano posizionandoci un passo dietro.

Questo per trattenerlo, o fare resistenza, se il suo agire è titubante, indeciso, oppure assecondare la scelta di attraversare la strada se messa in atto in maniera decisa e sicura.

 

Quel bambino, non avrà più bisogno di noi e sarà il nostro più grande successo.

Trasferendo l’esempio citato al calcio, dove l’obiettivo dell’allenamento è quello di preparare giocatori capaci di guardare, percepire ed analizzare gli avvenimenti in ogni situazione per scegliere la soluzione migliore.

Si tratta quindi di riconoscere con esattezza quale errore sia stato commesso, ed intervenire solo su quello.

 

Ad esempio, quando un giocatore è in possesso di palla, può capitare che egli la trasmetta ad un compagno, senza che si sia accorto dello spostamento di un avversario che ha intercettato il pallone.

In questo caso si può stabilire che si è verificato un “errore di percezione”, in quanto il giocatore in possesso di palla, non ha colto uno stimolo che avrebbe cambiato la sua decisione.

Con lo stesso esempio, se avesse visto lo spostamento dell’avversario, ma avesse deciso ugualmente di trasmettere la palla, avrebbe commesso un “errore di scelta”.

Infine, pur avendo percepito in maniera corretta e preso la giusta decisione, potrebbe non aver eseguito il gesto tecnico in maniera qualitativamente sufficiente: in questo caso parleremo di “errore di esecuzione”. Come abbiamo appena notato, le variabili sono innumerevoli, per questo motivo è necessario essere in grado di ricevere correttamente le informazioni dal mondo esterno, al fine di riuscire ad analizzare la situazione in modo adeguato.

 

Mahto (1969), Pittera e Violetta (1980) hanno descritto tre sistemi funzionali incaricati di portare a termine un’azione motoria negli sport di situazione, ovvero nelle situazioni continuamente variabili:

1. sistema percettivo

2. sistema di elaborazione tattica

3. sistema effettore La capacità di un calciatore di captare correttamente il movimento dei compagni e degli avversari, scegliendo l’opzione migliore tra le tante possibili, è fornita da un ottimale utilizzo dei tre sistemi citati in precedenza.

Questo concetto, nel calcio, è chiamato visione di gioco, abilità che valorizza notevolmente il giocatore.

Alludo al concetto di visione di gioco quando il giocatore dimostra di saper risolvere un problema con una soluzione ottimale ed in maniera rapida. Aspetto che varia in base alla capacità di anticipazione percettiva.

 

Il concetto di visione di gioco, è quindi determinato dalla capacità di percezione dell’individuo, dalle esperienze precedenti che influiscono sui restanti parametri, dal livello di sviluppo dell’attenzione e dalla conoscenza tattica in possesso.

Il maggior risalto conferito alla fase percettiva nel tema della visione di gioco si basa, fondamentalmente, sull’idea che una perfetta interpretazione della situazione favorisce enormemente la decisione da prendere. Per ottenere tutto questo, può essere utile avvalersi del “pensiero laterale”.

Come abbiamo visto nell’esempio della strada, “l'insegnamento tradizionale”, non è legato al progresso, non crea. Il suo obiettivo è di informare e di diffondere nozioni utili. " Il pensiero laterale non è una formula magica che si può apprendere in poco tempo ed applicare subito . E' un'attitudine, un abito mentale" (de Bono, Il Pensiero Laterale,1997 ).

Il "pensiero laterale", è un insieme di tecniche che permette, dopo un breve addestramento, di iniziare a produrre una notevole quantità di idee.

E' un modo di pensare che cerca soluzioni a problemi che sembrano irrisolvibili attraverso metodi non ortodossi o usando elementi che normalmente verrebbero ignorati dal pensiero logico.

Diceva Giuseppe Parlati: “solamente uscendo dai rigidi steccati della ragione ci si può avventurare in mondi sconosciuti, ma possibili”.

Questo ci permette il pensiero laterale, che non deve sostituire il pensiero logico, deve soltanto integrarlo. Possiamo paragonare il pensiero laterale alla retromarcia di una automobile: non faremo mai un viaggio in retromarcia… ma questa è fondamentale se vogliamo uscire da un vicolo cieco …

 

L’Oxford English Dictionary, alla voce “Lateral Thinking” dà questa definizione: “…seeking to solve problems by unorthodox or apparently illogical methods”, ovvero “cercare di risolvere problemi tramite metodi apparentemente illogici o poco ortodossi”.

La parola chiave è apparentemente illogici. Il pensiero laterale, sembra illogico in termini di normale logica, ma in realtà segue un’altra logica, quella della percezione.

Ma quali sono le differenze tra il pensiero logico e quello laterale? Nella tabella seguente vengono esposte in maniera molto chiara e sintetica.

Ma come si impara a “pensare laterale”? In realtà non esiste una tecnica ben precisa, ciò che conta è l’atteggiamento.

È necessaria un’ampia apertura mentale, che permetta di acquisire l’abilità di utilizzare “chiavi” o “password” che siano tutte volte al conseguimento del medesimo effetto, senza crearsi “muri” che non esistono.

Questa abilità può essere educata (e-duco = porto fuori), rafforzata, perfezionata con l'esercizio naturalmente.

Ma l'esercizio non basta. “L'uomo risolve solo i problemi che ha”. Per cui, se si vuole risolvere un problema veramente difficile, non basta porselo. Bisogna averlo! Per questo diventa fondamentale essere un allenatore di “situazione”, che pone problemi e non un mero dispensatore di consigli e di soluzioni.

 

Se non c’è alcun incentivo a generare nuove idee, sono i problemi stessi a provvedere in merito… non c’è alcuna scelta, se non tentare di risolverli …

Un problema è semplicemente la differenza tra ciò che si ha e ciò che si vuole.

Per questi motivi l’allenatore non può dare soluzioni, ma deve creare problemi.

Per affinare la capacità di risolvere problemi, diventa necessario non fermarsi al raggiungimento della prima soluzione possibile. Uno dei punti cardine del pensiero laterale è la generazione di alternative.

Per sviluppare questo aspetto, E. de Bono parte dalle figure geometriche.

Il vantaggio sta nel fatto che si tratta di modelli comuni, descritti da parole semplici. Diventa quindi importante utilizzare esempi a carattere percettivi e quindi geometrici.

 

Questo perché le verbalizzazioni, contengono parole ed informazioni che costituiscono già la scelta di un punto di vista, mentre la situazione visiva è la situazione primaria cui si può accedere nel modo più immediato, prima di ogni elaborazione da parte del pensiero.

Le situazioni geometriche sono preferibili perché sono più definite e se ne studia più facilmente l’elaborazione. Con le situazioni verbali si presentano sfumature di significato che possono condurre a fraintendimenti, con una situazione visiva non si suggerisce alcun significato.

La situazione è lì presente ed è la stessa per chiunque, pur essendo possibile elaborarla in modi diversi. Questo approccio è fondamentale per creare un giocatore autonomo, che utilizzando le “chiavi” fornitegli dall’allenatore, sappia rielaborare i principi del gioco, non già in modo schematico, bensì flessibile ed adeguabile alle necessità.

 

Inoltre, poiché i rapporti e le relazioni dei giocatori all’interno del terreno di gioco, sono riconducibili ad una serie di figure geometriche “mobili”, quali triangoli, quadrati, rombi e pentagoni, è molto interessante partire da queste basi, per iniziare i bambini allo sviluppo del pensiero tattico, attraverso il miglioramento della propria organizzazione spaziale e temporale.

 

 

L’allenatore parte dalle figure geometriche, suggerendo alcune chiavi per poi lasciar trovare ai giocatori le alternative.

Il vantaggio sta nello stimolare e rendere partecipi i giocatori, considerando che gli allenatori non devono in nessun modo essere protagonisti. Come può inserirsi il Pensiero Laterale nella metodologia d’insegnamento della Formazione Tattica tramite l’uso e l’applicazione delle figure geometriche?

È molto più utile vedere dove ci porterà quella soluzione (cosa succede se ci muoviamo così? È efficace? E in quest’altro modo?).

Facendo vivere, sperimentare le soluzioni, si rende consapevole il giocatore di quello che sta avvenendo e di ciò che è più efficace.

 


 

Percorso didattico

1) L’allenatore propone alcune situazioni problema, in cui si evidenzierà un concetto, un principio del gioco, tramite “password” o chiavi.

2) Una volta assimilati questi concetti, l’allenatore chiederà ai giocatori di svilupparli e di arricchirli.

Questo passaggio, denominato ricerca di alternative, richiede l’interazione iniziale tra giocatori ed allenatore, che stimolerà l’analisi con domande tipo: cosa hai fatto? Cos’altro potevi fare? In quale altro modo si potrebbe intervenire? Ci sono altri modi per…?

3) L’allenatore lascerà tempo a disposizione ai giocatori, per provare ed esplorare nuovi e diversi modi per risolvere il problema posto, preoccupandosi di differire il giudizio, evitando interventi del tipo: così è giusto, così è sbagliato, non così, fai così, ecc.

Soltanto quando si è in cima alla montagna ci si rende conto di quale sia la strada migliore per arrivarci (anonimo).

Comunque è sempre meglio rendere consapevoli piuttosto che giudicare.

Questo, in quanto il giocatore potrebbe non capire perché una certa soluzione è sbagliata, e quindi non essere consapevole dell’errore.

È molto più utile vedere dove ci porterà quella soluzione (cosa succede se ci muoviamo così? È efficace? E in quest’altro modo?).

Facendo vivere, sperimentare le soluzioni, si rende consapevole il giocatore di quello che sta avvenendo e di ciò che è più efficace.

4) Trovate alcune alternative potenzialmente efficaci, l’allenatore chiederà di risolvere il problema, in un modo diverso ad ogni ripetizione.

5) … GIOCO…attraverso l’anticipo della progettazione, cioè indurre i giocatori a risolvere i problemi di gioco con le soluzioni sperimentate nella fase di apprendimento, ma applicate nelle mini-partite.

 


 

Vantaggi

1. non è la disciplina al centro dell’attenzione, ma il soggetto, con i suoi spazi e tempi di apprendimento  …

2. allena indirettamente ciò che direttamente è molto difficile allenare stimolando molto gli aspetti cognitivi ed emotivi e la relazione tra i giocatori.

3. l’utilizzo delle mini-partite, quindi del gioco, porta divertimento, il divertimento porta motivazione, la motivazione porta apprendimento …

4. … se la disciplina è il nostro punto di arrivo, il gioco è il “mezzo” che porta apprendimento …

5. e nel gioco, anche l’errore diventa una ricchezza pedagogica, ed in quanto tale una nuova possibilità di apprendimento… “Sono pronto a imparare, non sempre a lasciare che mi insegnino” (Wiston Churchill).

 


 

Collaborazioni a tre e quattro giocatori

Introduciamo quindi alcuni aspetti riguardanti la collaborazione a tre giocatori, in cui da un lato aumentano le possibilità di passaggio a disposizione del giocatore portatore di palla, ma dall’altro aumentano le difficoltà date dalla necessità di un maggior tempismo nei movimenti e negli smarcamenti dei due giocatori in non possesso di palla.

 

Nella collaborazione a 3 giocatori il portatore di palla può:

1. scegliere l’azione individuale

2. scegliere il passaggio al compagno A

3. scegliere il passaggio al compagno B

 

La collaborazione a tre giocatori può essere considerata il nucleo del gioco di squadra in quanto il giocatore in possesso palla può sempre avere un compagno in appoggio ed uno a sostegno.

Per tale motivo, la disposizione a triangolo diventa fondamentale per l’apprendimento dei principi collettivi del gioco in fase offensiva (scaglionamento, ampiezza e profondità ecc.).

Concetti questi che vengono ulteriormente approfonditi quando si “lavora” con quattro giocatori.

Utilizzando le disposizioni a ROMBO (fig. A) e QUADRATO (fig. B), si possono apprendere importantissimi temi tattici sia per la fase offensiva, sia per quella difensiva.

Con quattro giocatori, quando si è in possesso palla, si avrà un giocatore che garantisce la profondità e uno che garantisce l’ampiezza, uno sempre in appoggio e uno sempre a sostegno, come è ben visibile nelle figure C e D.

L’utilizzo delle due figure geometriche può anche essere diversificato in base ai possibili sviluppi che si intende dare ai principi di tattica collettiva in fase offensiva e difensiva, o al modulo che si intende utilizzare.

Nello specifico l’utilizzo del rombo facilita lo sviluppo di:

 

Il quadrato invece risulta più utile per:


 

Bibliografia di riferimento

Cecchini E. “Pratica trasferibile e interpretazione dello spazio nei giochi sportivi collettivi” – Società Stampa Sportiva – Roma 1985

Cecchini E. “Il processo della formazione tattica” – Società Stampa Sportiva – Roma 1990

Cecchini E – Trapattoni G. “La formazione e l’evoluzione tattica nel calcio” – Edizioni Nuova Prhomos – Città di Castello 1999 Cruyff J. “Mi piace il calcio ma non quello di oggi” – Sonzogno Editore – Milano 2002 Davi M. – Risaliti M. “…Passi …” di Sport – Società Stampa Sportiva – Roma 2004 De Bono E. “Creatività e pensiero laterale” – edizioni BUR – RCS Milano 2006 De Bono E. “Sei cappelli per pensare” – edizioni BUR – RCS Milano 2006 De Paoli M. “I gesti tecnici e il pensiero tattico” – Edizioni Correre – Milano 2007 Uriondo L.F. “La visione di gioco del calciatore” – Calzetti e Mariucci editore – Ponte San Giovanni 2002 Wein H. “Developing Game Intelligence in Soccer” – Cedifa Editore – Siviglia 2000 Articoli dal sito www.venetoimprese.it Articoli dal sito www.managerzen.it Davi M. Appunti del corso “Le competenze psico-pedagogiche dell’allenatore” – Pesaro 25/11/06

  


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Autore:   Enrico BATTISTI - Fonte: 1° Clinic Sersport "L'Allenamento della fase offensiva nel Settore Giovanile"

Data inserimento e aggiornamento nel sito: 28/03/2015 - 13/12/2016

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